Susanna Carraro

L’orco in divisa

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dalm 03-20

FRANCIA
Silence, on cogne è un libro-inchiesta scritto da Sophie Boutboul, giornalista, e Alizé Bernard, picchiata per anni dall’ex marito gendarme: con testimonianze di magistrati, forze dell’ordine, donne violentate dal compagno poliziotto o gendarme, mostra l’isolamento al quale sono confinate le vittime di individui che dovrebbero rappresentare la legge. Cifre ufficiali non esistono ma nel 2016 la Fédération nationale solidarité femmes ha censito 115 chiamate (93 nel 2017) al servizio francese di ascolto 3919, da parte di donne violentate, compagne di poliziotti o militari. Mentre è allo studio una proposta di legge contro le violenze coniugali in Francia, queste testimonianze mettono in luce un angolo morto della questione: il fallimento delle istituzioni di fronte all’operato di alcuni rappresentanti della legge e la particolare difficoltà delle loro vittime a farsi ascoltare. Subire violenze coniugali e parlarne costituisce un peso insopportabile, poco importa il mestiere dell’aggressore. Ma quando il responsabile è un rappresentante delle forze dell’ordine le difficoltà aumentano, per la presenza di un’arma in casa, per la natura delle minacce lanciate dall’aggressore: “la legge sono io”, “la tua denuncia finirà sulla mia scrivania”, “posso metterti il telefono sotto controllo”. C’è una sorta di sacralizzazione delle parole di uomini che incarnano l’autorità costituita e se dichiarano di avere una moglie “isterica” facilmente vengono creduti: è la parola di una donna contro

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10/03/2020