Anacleto Flori

Polizia VS Covid-19

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Capillarità, tempestività, senso di responsabilità. Queste le armi su cui può contare la Polizia di Stato per affrontare un nemico invisibile e insidioso come il famigerato Coronavirus

noslav 03-20

«Avere un Servizio sanitario in grado di presidiare capillarmente tutto il territorio – spiega il Direttore centrale di sanità della Polizia di Stato Fabrizio Ciprani – sta rappresentando un innegabile vantaggio strategico: la nostra struttura ramificata ci permette, infatti, di poter contare su un ufficio sanitario in ogni questura, reparto, scuola, sotto la guida degli Uffici di coordinamento sanitario di Torino, Milano, Padova, Firenze, Roma, Napoli e Catania, a competenza interregionale. In questo modo riusciamo a garantire in modo omogeneo tutto il territorio nazionale. In più, per l’emergenza in atto, abbiamo istituito uno specifico Centro operativo sanitario a Piacenza, per essere più incisivi nella zona che ha presentato il primo focolaio di infezione. Questo sistema ci ha permesso di distribuire con razionalità i dispositivi di protezione, che avevamo in dotazione, con la raccomandazione ovviamente a non utilizzarli in maniera indiscriminata». 

Ma la capillarità da sola non sarebbe stata sufficiente ad affrontare l’emergenza se non fosse stata accompagnata da una grande tempestività: fin dall’insorgere dei primi casi, la Direzione centrale di sanità ha prontamente coordinato e gestito, in continuo e diretto contatto con il capo della Polizia, Franco Gabrielli, le problematiche legate al coronavirus, mostrando grande attenzione per gli aspetti epidemiologici, curando l’informazione del personale, valutando il rischio in rapporto all’evolvere della situazione, dettando linee di intervento generale e declinandole in maniera specifica per determinati settori di operatività.

I continui cambiamenti di scenario hanno spinto la Direzione centrale di sanità a emanare una serie di circolari che hanno potuto coniugare le esigenze operative con quelle di protezione del personale, nell’ottica della massima precauzione.

È stata realizzata una brochure informativa nella quale vengono spiegate le modalità di trasmissione del virus e sono state illustrate una serie di precauzioni da adottare per evitare il contagio, insieme a un decalogo di indicazioni da seguire nei luoghi di lavoro. Per i canali social della Polizia di Stato è stato infine girato un video in cui un operatore sanitario mostra come devono essere indossate le mascherine chirurgiche e quelle FFP3. 

«Abbiamo lavorato molto – spiega Ciprani – e i nostri protocolli sono stati adottati da altre amministrazioni ed enti pubblici. Ora, però, il nostro impegno si sta spostando su un altro versante, ovvero quello della valutazione dei nostri operatori con la febbre e sintomi influenzali, dei contatti, della paura, della difficoltà di avere risposte chiare e definitive.  

La capacità di trasferire informazioni corrette a tutti gli operatori ci ha permesso di prestare una preziosa assistenza ai cittadini, anche perché i poliziotti e le poliziotte stanno assumendo ormai da tempo anche una veste di operatori sociali, rappresentando un importante punto di riferimento per la popolazione che si fida sempre più dell’Istituzione Polizia di Stato. In questo contesto abbiamo richiamato tutto il personale dipendente al senso di responsabilità proprio della nostra Istituzione, invitando i colleghi ad adottare tutte le misure di prevenzione necessarie e a evitare ogni inutile forma di allarmismo». 

Non solo informazione 
Gli interventi della Direzione centrale di sanità sono andati oltre l’attività di informazione e responsabilizzazione al personale: a Piacenza è stato infatti costituito un apposito Centro operativo sanitario per gestire gli uomini del Reparto prevenzione crimine impiegato sul territorio tutto intorno e a ridosso della zona rossa. Nonostante le indicazioni fornite su tutte le necessarie precauzioni da adottare durante il servizio di pattugliamento dei varchi di accesso, tutto il personale viene sistematicamente sottoposto a controlli sanitari a inizio e fine turno. «Per quanto riguarda gli uffici di polizia e il rapporto con i cittadini – continua il direttore – capita in continuazione di ricevere chiamate con richieste di assistenza: sempre più spesso sul territorio ci sono persone che vanno in questura a chiedere consigli su come comportarsi o che si rivolgono agli equipaggi delle Volanti per avere indicazioni o aggiornamenti sulla situazione sanitaria in città».

Nelle questure delle zone più colpite, come ad esempio quella di Milano, la strategia adottata ha permesso di assicurare i servizi ai cittadini utilizzando esclusivamente strutture e situazioni front-office dotate di vetri divisori mentre sono stati ridotti gli appuntamenti per le pratiche per diluire l’afflusso del pubblico ed eliminare le code e situazioni di affollamento. I disagi sono minimi e sono legati a congiurare situazioni che facilitino il contagio; inoltre, nel malaugurato caso in cui si verifichi la situazione di un utente con sintomi febbrili, ogni ufficio di polizia ha comunque a disposizione i necessari dispositivi sanitari per tamponare l’emergenza. Fino a oggi fortunatamente ci sono stati solamente alcuni casi di colleghi contagiati e, dai primi riscontri, sembrano aver contratto il virus fuori dal contesto lavorativo, così come può accadere per ogni comune cittadino. 

La presenza e la professionalità dei medici della Polizia di Stato hanno fin qui permesso a tutti i poliziotti e le poliziotte di poter beneficiare di un doppio servizio sanitario: quello nazionale e quello specifico della Polizia di Stato che, in questi giorni di grande emergenza, ha rappresentato un prezioso valore aggiunto. 

Di fronte a una situazione in continua evoluzione, l’attività di monitoraggio assume un’importanza fondamentale: un medico della Direzione partecipa infatti costantemente alla task force che si riunisce ogni mattina presso la sede della Protezione civile (all’inizio della crisi le riunioni si tenevano al ministero della Salute) dove il tavolo operativo è stato unificato con quello tecnico-scientifico; alla riunione partecipa anche il ministro della Salute che attraverso una videoconferenza è costantemente in contatto con i prefetti delle città del Nord Italia. «Grazie a questo briefing giornaliero – sottolinea Ciprani – seguiamo di ora in ora l’evolversi della situazione per essere in grado, praticamente in tempo reale, di stabilire, anche assieme ai nostri medici presenti sul territorio, quali siano i provvedimenti da adottare e gli interventi da attuare nelle zone a rischio, soprattutto in quelle aree dove è necessario fornire indicazioni corrette ai colleghi che pensano di poter essere entrati in contatto con persone contagiate. In caso di contagio bisogna prendere nel breve tempo decisioni importanti su aspetti di carattere infettivologico per aiutare i questori a gestire al meglio la situazione. La difficoltà è proprio questa, capire di volta in volta, caso per caso quale decisione prendere, cosa fare e cosa consigliare».

Tra gli impegni di lavoro più delicati e difficili c’è quello di rintracciare materialmente le persone che possono essere entrate a contatto con un soggetto positivo al test: si tratta di un faticosissimo e dispendiosissimo lavoro di squadra, cui partecipano la Asl e i medici della polizia per gli ambienti di lavoro dell’Amministrazione.  

In un momento delicato come questo un’Istituzione come la Polizia di Stato non è però chiamata soltanto a mettere in campo tutte le risorse e i mezzi a disposizione per limitare il rischio di contagio e salvaguardare la salute dei propri operatori. «Il nostro impegno in questi giorni – ribadisce il direttore Ciprani – è anche quello di garantire il normale svolgimento delle attività, evitando che situazioni di disagio possano trasformarsi in momenti di tensione o agitazione sociale. La situazione è delicata ma l’impegno della Polizia di Stato è quello di garantire, con le necessarie limitazioni e le dovute precauzioni che il momento richiede, lo svolgimento dei propri compiti istituzionali».

Un impegno che, anche nei momenti più duri e difficili, abbiamo sempre onorato. ϖ

10/03/2020