Federico Scotti*
Quando il sapere è on line
Con 45 milioni di voci aggiornate e fruibili gratuitamente, Wikipedia consacra il successo dell’enciclopedia nel Web
«Internet, che cosa è Internet?» A questa domanda i più risponderebbero che è una rete di computer collegati tra loro, qualcun altro più esperto di tematiche recenti parlerebbe di Internet delle cose: oggetti collegati che si scambiano informazioni. Chi è sensibile alle tematiche sociali, descriverebbe Internet come un luogo virtuale di scambio di idee tra persone lontanissime, ma collegate.
Computer, oggetti, idee, persone, tutte collegate.
E proprio alla base dell’idea di Internet ci sono proprio i collegamenti, quelli ipertestuali. Per intenderci quelli che comunemente chiamiamo “link”; quelle frasi o parole sottolineate, spesso colorate di blu, che ci fanno viaggiare tra le pagine dei browser (dall’inglese to browse: sfogliare), compiendo balzi arditissimi per passare da un argomento a un altro.
Bene, se in fondo Internet non è altro che una ragnatela (in inglese web, tutto torna) di contenuti connessi tra loro attraverso dei collegamenti ipertestuali, allora esiste qualcosa che incarna, virtualmente parlando, l’idea-base della grande rete: Wikipedia.
Chi naviga conosce questa enciclopedia on line, e ne consulta regolarmente le sue innumerevoli voci. Ma forse non si accorge che alla base della creazione di Wikipedia