Annalisa Bucchieri e Antonella Fabiani

Più forti con la cultura

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Come si arricchisce la comunicazione della Polizia di Stato attraverso libri, incontri con artisti, fumetti, concerti e fotografie d’autore

cult 11-19

Uniformi e distintivi non sono più i soli elementi di riconoscimento dell’azione della Polizia di Stato. In una società sempre più globalizzata lavorare per la legalità e la sicurezza significa anche utilizzare altri strumenti e agire in campi diversi da quelli tradizionalmente frequentati. È così che la scrittura in tutte le sue declinazioni, le arti visive, la musica, le illustrazioni dalla graphic novel alla vignetta, la fotografia, la storia, l’archeologia sono ormai settori culturali sempre più frequentati dalla Polizia di Stato per veicolare i propri valori e messaggi. Spazi capaci di accogliere e mettere insieme entusiasmo, idee, valori e professionalità in una sintesi che diventa un nuovo tipo di comunicazione. Spazi che possono diventare un laboratorio di esperienze nuove o già sperimentate, dove è possibile coltivare conoscenze individuali o sociali, e provare nuove sinergie tra i saperi e contesti. 

La vocazione culturale della Polizia di Stato parte dai libri e Poliziamoderna, in quanto espressione ditoriale dell’Ufficio relazioni esterne, è stata un’apripista. Risale al 2007 la prima partecipazione della Rivista alla Fiera del Libro di Torino in collaborazione con la questura, per la premiazione e presentazione del volume Racconti al buio, in cui venivano raccolte le migliori storie frutto del secondo concorso dei Narratori in divisa. Da allora, con il passare del tempo, sono cresciuti il numero dei poliziotti scrittori, i loro libri, e sono aumentati i racconti vincitori dei nostri concorsi letterari. È nata allora l’esigenza di partecipare ad altre manifestazioni e fiere letterarie, dove poter dialogare, oltre che con il pubblico, anche con rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo: da qui la partecipazione al Giffoni film festival o al Festival Caffeina dove la crescente affluenza di visitatori presso i nostri stand, allestiti di volta in volta in accordo con il tema degli eventi, ha ulteriormente consolidato la volontà di prendere parte alle manifestazioni culturali del nostro Paese. Confrontarsi con il pubblico, aiutare gli scrittori poliziotti a parlare a platee sempre più qualificate, ha maturato in tutti la capacità di sostenere dibattiti su temi attuali come la criminalità, il terrorismo internazionale, la mafia, il cyberbullismo, la droga, la violenza negli stadi, le l’aumento degli incidenti stradali anche attraverso gli esperti della Polizia di Stato. 

Poliziamoderna come editore 
«Accettare nel 2014 Poliziamoderna come editore all’interno della nostra rassegna è stata una scommessa – osserva Annamaria Malato, presidente di Più libri più liberi – Oggi è normale, per noi come per voi, essere presenti con i vostri libri ed avere uno stand dedicato. La forte identità che Poliziamoderna ha costruito negli anni con i suoi abbonati, il senso di appartenenza a una delle più prestigiose Istituzioni del nostro Paese, ma anche al modo autorevole di raccontarlo offre l’opportunità di far dialogare appunto in modo naturale i nostri mondi. Il lavoro quotidiano che la Polizia di Stato svolge è fortemente percepito dalla comunità, ma i libri, come la Rivista, sono ciò che resta di quel racconto, ciò che può essere diffuso, riletto, tramandato e servire di esempio per i tanti ragazzi che scelgono questo percorso. Siamo molto orgogliosi che Poliziamoderna abbia scelto la nostra fiera – prosegue Annamaria Malato – l’evento culturale che ormai è da molti anni un momento di incontro per tantissimi lettori, di riflessione e di dibattito sui temi che animano fascicoli e volumi in uscita. Ricordo quando nel 2017, il primo anno che spostammo la manifestazione alla Nuvola, scegliemmo come tema portante della manifestazione quello della legalità, valore fondante della nostra democrazia. L’idea di realizzare degli incontri tra il capo della Polizia e grandi giornalisti su questo argomento fu vincente. Ricordo quell’evento tra i più significativi per le risposte autorevoli e approfondite degli esperti che vi parteciparono. Quest’anno a Più libri più liberi si parlerà di Europa, dei suoi confini, delle sue radici, dei conflitti che la scuotono in tanti Paesi e della sua identità, alla cui definizione speriamo come editori, come divulgatori di pensiero e di cultura, di poter contribuire. Non si poteva non parlare di sicurezza in Europa, e quindi abbiamo chiesto anche quest’anno al capo della Polizia Gabrielli di poter dialogare con il giornalista Marco Damilano sui reati d’odio, sulla minaccia terroristica a sul fenomeno migratorio».

Il mondo dei fumetti
Una scommessa che si è trasformata in una esperienza positiva che ha consentito di far conoscere i nostri prodotti editoriali al grande pubblico: e i nostri stand oltre a diventare sempre più belli si sono arricchiti di molti volumi fotografici, romanzi, saggi, libri storici e per ragazzi scritti da poliziotti, esposti sui nostri scaffali. 

Ma mancava ancora qualcosa. 

L’esigenza di trasmettere i valori della legalità e della sicurezza attraverso un linguaggio più diretto, la voglia di creare nuove trame ci hanno condotto a entrare in punta di piedi nel mondo del fumetto: e poi mettere insieme un disegnatore, uno sceneggiatore e una squadra di investigatori di carta è stato un tutt’uno. Così è nato il fumetto del Commissario Mascherpa, la prima graphic novel della Polizia di Stato, personaggio che sta maturando la sua fisionomia nel tempo attraverso suggerimenti e riscontri con il pubblico dei lettori. Il racconto delle sue investigazioni inizia a puntate sulla nostra rivista a partire dall’agosto/settembre 2017 per poi diventare protagonista di ben due volumi (La rosa d’argento, Mare nero, stampato anche nella versione inglese con il titolo di Murky Waters) che fanno del nostro fumetto un vero e proprio noir ambientato nel commissariato nella Calabria tirrenica. Una novità artistica che ha rinvigorito la vocazione editoriale della rivista che lo stesso capo della Polizia Gabrielli ha avuto modo spesso di apprezzare: «La graphic novel, un veicolo per raggiungere i giovani, il fumetto può giocare un ruolo importante nella cultura della prevenzione oltre ad essere un efficace modello di comunicazione». Senza contare che Mascherpa contribuisce a sostenere il Piano Marco Valerio (creato dal Fondo di assistenza per il personale di ps a favore dei figli delle famiglie dei poliziotti affetti da gravi patologie) è diventato protagonista del concorso PretenDiamoLegalità che ha portato gli studenti delle scuole di tutta Italia alla creazione di centinaia di lavori ispirati al nostro investigatore. Chiaramente Mascherpa ci ha stimolato a frequentare luoghi a lui più adatti come Luccacomics dove è stato presentato la prima volta nel 2018 e altre manifestazioni del fumetto come Ponte Comix , il Museo del fumetto a Cosenza (diretto da Luca Scornaienchi, sceneggiatore di Mascherpa) e il Paff a Pordenone. 

Ma non solo libri e fumetti. 

I concerti della Banda 
A muoversi nel variegato mondo della cultura è soprattutto la Banda della Polizia di Stato che in 91 anni di storia attraverso la direzione del Maestro Maurizio Billi e del vice direttore Roberto Granata ha consolidato numerosi successi, collaborando con le maggiori istituzioni musicali quali l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro San Carlo di Napoli, il Comunale di Firenze. Ma anche la settima arte da alcuni anni è un settore a cui si è avvicinata la Polizia di Stato: la Festa del cinema a Roma è stata ancora una volta l’occasione per eseguire le colonne sonore dei film più importanti della storia del cinema come 2001: Odissea nello spazio, Il Gladiatore ma anche celebri film d’animazione.

Il calore della gente, raccolto nei concerti eseguiti nelle piazze più belle d’Italia, testimonia che la Banda riesce a veicolare attraverso il linguaggio musicale messaggi di legalità e a rinforzare l’importante rapporto con la dimensione storico-culturale, connaturata nelle radici del nostro Paese. 

Tre recenti esibizioni nel mese di settembre in luoghi di elevato prestigio storico e artistico hanno evidenziato come puntare sull’esecuzione di concerti e sul dialogo con altre strutture renda concreto lo slogan Esserci sempre. E poichè ogni dialogo mette in campo due voci abbiamo chiesto ai responsabili di istituzioni artistiche che hanno ospitato i concerti della Banda di parlare del significato di questa sinergia. 

...al conservatorio di Santa Cecilia 
A Roma è stato il Conservatorio di Santa Cecilia a ospitare, nella bellissima Sala accademica, la Banda per un concerto, voluto e pensato per 300 ragazzi affetti da diverse disabilità, diretto da Maurizio Billi e Roberto Granata con la partecipazione del tenore Francesco Grollo. Un concerto che non si è svolto negli ospedali o nelle associazioni ma ha portato i ragazzi in un contesto diverso a contatto con gli altri coetanei, con i musicisti e anche con l’uniforme della Polizia di Stato: «La collaborazione con la Banda della Polizia di Stato e in generale con le bande dei Corpi di polizia è per noi importante per un duplice motivo – osserva Roberto Giuliani, direttore del conservatorio di Santa Cecilia – Il primo è che le bande hanno avuto un ruolo di diffusione della musica quando ancora la tecnologia non permetteva le registrazioni delle esecuzioni. L’elevato costo per il loro mantenimento ne ha determinato per molte la chiusura, mentre quelle dei Corpi di polizia hanno mantenuto un’alta qualità. L’altro motivo del nostro interesse è che i componenti delle bande sono quasi tutti diplomati presso il nostro Conservatorio. Per quanto riguarda il valore sociale del concerto della Polizia di Stato – prosegue il direttore Roberto Giuliani – posso dire che mi interessa molto questo utilizzo della musica. Già quando mi occupavo del Dipartimento di Didattica della musica e dello strumento abbiamo attivato corsi di Didattica speciale per l’handicap anche perché una parte dei docenti delle medie per esempio, nostri ex studenti, svolge attività di sostegno in alcune scuole. Sotto la mia direzione sono stati attivati poi una serie di altre iniziative, tra cui l’istituzione di una Commissione per le disabilità, il potenziamento delle rassegne di concerti negli ospedali e della collaborazione con l’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus, in forza della quale gli stessi possono seguire il Corso di accordatura del pianoforte, la collaborazione con l’Orchestra esagramma di Milano, il progetto Euterpe sull’uso del suono nella stimulazione multisensoriale». 

«Quello che mi premeva a proposito dei progetti di carattere “medico” – prosegue Roberto Giuliani – , era dare spessore scientifico a tutti quelli che abbiamo attivato in questi tre anni di Direzione, instaurando una collaborazione tra équipe medica e musicale. Sono così nati protocolli di collaborazione con i più importanti centri di ricerca medica di Roma come il Campus Biomedico, l’Ospedale Bambin Gesù».

....al Parco archeologico di Paestum
Il viaggio nel mondo della cultura della Banda della polizia si è poi spostato in uno dei luoghi più affascinanti al mondo, meta dei viaggiatori del Settecento che vi potevano ammirare i templi greci. Qui, nel Parco archeologico di Paestum, il luogo dove è possibile vedere le pitture dell’enigmatica Tomba del tuffatore, la Banda si è esibita di fronte al tempio di Hera in una serata piena di suggestioni. Musica e archeologia sono un binomio che ha una lunga tradizione storica a Paestum e sono numerosi i concerti che vengono ospitati in questo fantastico scenario. È il direttore del parco Gabriel Zuchtriegel a parlare di questa esperienza: «Per noi questa collaborazione con la Polizia di Stato è stata un successo – spiega il direttore – ne è venuta fuori una sinergia fantastica. Nel caso dell’esibizione della Banda il risultato è sicuramente duplice, sia per la suggestione emozionale che produce la musica in questo contesto sia per l’uniforme indossata dagli orchestrali, che lancia un messaggio di rispetto dei valori tra cui anche quelli della protezione dei beni archeologici che sono patrimonio di tutti». 

Ma le iniziative del Parco non si fermano qui. Il direttore Zuchtriegel ha realizzato progetti che dimostrano grande sensibilità per l’accessibilità e l’inclusione sociale: uno di questi è Tuffo nel Blu che consente ogni terza domenica del mese visite didattiche nei depositi del Museo dedicate a famiglie e scuole con bambini e ragazzi autistici. Ma non solo. L’accoglienza del Parco si realizza anche attraverso progetti formativi che coinvolgono i ragazzi dei licei musicali: «Grazie a un accordo con la Regione Campania – spiega il direttore - nei mesi di luglio e agosto, durante gli appuntamenti dedicati all’osservazione astronomica, i ragazzi si sono esibiti per i visitatori all’interno del Parco archeologico con un repertorio che spaziava dalla musica classica al jazz». 

....al Parco archeologico del Colosseo 
A concludere gli appuntamenti dei concerti della Banda della Polizia di Stato quello organizzato a Roma per celebrare il patrono S. Michele Arcangelo. Visitato ogni anno da più di 7 milioni di persone e ogni giorni da circa 25 mila visitatori il Parco archeologico del Colosseo è un luogo della memoria per eccellenza, un’ icona non solo per la Capitale ma per tutto il mondo. Proprio qui, sopra il tempio di Venere, realizzato dall’imperatore Adriano, tra la bellezza struggente delle antichità romane la Banda ha eseguito parte del proprio repertorio musicale: «Il concerto della Polizia è stata una iniziativa bellissima – osserva Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo – una vera emozione ascoltare l’orchestra della polizia eseguire un concerto di altissimo nel livello sul più grande tempio di Roma antica. Credo che agire in un contesto culturale, storico e archeologico sia la direzione giusta per veicolare meglio i valori di sicurezza e garanzia della libertà di cui è portatrice la Polizia di Stato. La sinergia tra istituzioni non può che arricchire la valorizzazione del patrimonio storico archeologico del nostro Paese – prosegue Alfonsina Russo - che necessita, oltre all’azione di contrasto della polizia alle attività illecite per garantire ai visitatori di muoversi in sicurezza nel Parco, anche l’uso di un diverso linguaggio che sappia veicolare valori di legalità e libertà attraverso la bellezza che parla da sempre al cuore di tutti». 

Il Calendario nelle sale della Gnam
Così come al cuore di tutti parlano i calendari della Polizia di Stato realizzati da qualche anno da alcuni dei più grandi illustratori e fotografi italiani: da Vittorio Storaro a Berengo Gardin, da famosi illustratori come Bruno Brindisi e Daniele Biliardo a il più recente Paolo Pellegrin. Ognuno di loro ogni anno coglie con il proprio “occhio” i diversi aspetti umani e professionali della polizia restituendoli attraverso il linguaggio dell’arte. È stata una sala della bellissima Galleria nazionale d’arte moderna a ospitare la presentazione ufficiale del Calendario della Polizia di Stato 2020. Un luogo unico dove il linguaggio universale dell’arte permette l’incontro e la simbiosi di aspetti umani e valori professionali suggerendo nuove prospettive e sguardi diversi. ϖ

03/12/2019