Rocco Bellantone

Contrabbando senza confini

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I traffici illeciti di animali e di loro parti generano circa 160 miliardi di euro all’anno. Una rete globale con al centro l’Europa e l’Italia. I numeri del Rapporto Ecomafia

amb 11/19

Ammonta a circa 160 miliardi di euro il fatturato globale annuo legato ai traffici di animali. Un mercato secondo al mondo solo a quello della droga e delle armi, in mano alle organizzazioni criminali internazionali e che cresce anche grazie alle vendite sulle piattaforme di e-commerce e agli annunci sui social network. L’80% di questi traffici riguarda animali vivi, la cui vendita è limitata o vietata dalla Cites, la Convenzione sul commercio internazionale delle specie a rischio. A denunciarlo è l’Ifaw, il Fondo internazionale per la protezione degli animali. Le più richieste sono le specie esotiche, con in testa i rettili (sono oltre 20mila gli esemplari rari intercettati ogni anno alle dogane, in buona parte tartarughe) e uccelli selvatici (in particolare pappagalli e rapaci) seguiti da mammiferi (elefanti, grandi felini, orsi, rinoceronti, scimmie e cetacei). Aumenta anche il numero di animali pericolosi, come le tigri che dagli zoo passano in pianta stabile nei giardini privati. E si espande il contrabbando di parti di animali: corni di rinoceronte, scheletri di tigri e leon

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08/11/2019