Susanna Carraro

A viso scoperto

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dalm 8/9 19

Francia
Dagli smartphone al controllo dei passaporti, dai distributori di biglietti alla videosorveglianza: nel bene e nel male, il riconoscimento facciale si è fatto strada nella nostra vita quotidiana. Una tecnologia già sperimentata che ha fatto progressi grazie all’evoluzione del trattamento delle immagini, al machine learning, alle reti neurali artificiali. Il suo impiego è stato determinante nell’identificazione di pericolosi terroristi – come “l’uomo dal cappello” degli attentati di Bruxelles, grazie a un software sviluppato dall’Fbi – o durante i campionati di calcio in Russia, quando ha consentito l’arresto di 180 criminali ricercati. In occasione del carnevale, in Francia, la città di Nizza ne ha sperimentato l’efficacia per ritrovare persone smarrite tra la folla degli eventi di piazza. Sono buoni risultati che, però, nascondono una quantità di problemi legati alla tecnologia, innanzitutto in termini di affidabilità: le varie modalità di ripresa, le diverse performance delle apparecchiature, l’assenza di norme in materia rendono complesso lo sfruttamento delle immagini. Il margine d’errore può arrivare sino al 20%, come in Cina quando, per sanzionare i pedoni che attraversavano fuori dalle strisce pedonali, un’apparecchiatura ha identificato… sì, una persona, ma… ritratta in una foto pubblicitaria sulla fiancata di un autobus! Un recente rapporto del Mit, International science and technology initiatives,

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29/08/2019