Paolo Venturini*

#Runspect 2019

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Il racconto del tecnico delle Fiamme oro che ha attraversato di corsa le zone colpite dai terremoti del 2009 e del 2016

anniv00 8/9 19

Nella ricorrenza del terzo anno del terremoto nel centro Italia, quello del 24 agosto 2016, #Runspect non vuole essere la cronaca di un giornalista, visto che non lo sono, e nemmeno il reportage di un fotoreporter. Nel percorso non ho cercato scoop o notizie scandalistiche ma disegnato un itinerario di umana solidarietà a passo di corsa. Il rispetto, deriva dalla mia esperienza di poliziotto, dall’onore e la passione di vestire i colori delle Fiamme oro, dall’amare la vita e i valori che lo sport insegna, ed è servito a raccontare quello che la Polizia di Stato fa ogni giorno per il nostro Paese, soprattutto laddove c’è stato dolore. Il progetto #Runspect è stato sostenuto dalla ditta Extend e reso possibile grazie all’indispensabile contributo del collega Umberto Lorenzetti e Sabatino Romano dell’Aquila, insieme a quelli della questure dell’Aquila e Rieti e alla Polstrada di Avezzano. Accompagnato da loro lungo questo viaggio, ho cercato di offrire un’immagine del presente, raccontando un drammatico recente passato, ancora vivo nei pensieri di chi c’era.

Impressiona lo skyline della città, dove svettano una moltitudine di gru e impalcature. Oggi L’Aquila (nella foto di apertura, la basilica di Santa Maria di Collemaggio) è il più grande cantiere d’Europa. La maggior parte del patrimonio artistico e monumentale della città è stato ricostruito o restaurato, ma osservando quello che la violenza del terremoto è stata capace di infliggere alle strutture, ci si rende conto che la mole di lavoro ancora da fare è immensa. 
A Montereale (AQ) incontro un sindaco speciale. Sì perché Massimiliano Giorgi (il primo a destra qui nella foto insieme a Sandro e Vincenzo, motociclisti della Sottosezione della polizia stradale di Avezzano), oltre ad essere il primo cittadino di Montereale, è un assistente capo coordinatore della Polizia di Stato. Questo bellissimo borgo medievale di origine romana, a prima vista, non sembrerebbe essere stato troppo danneggiato dal terremoto ma, parlando con Massimiliano, si scopre che la gran parte delle abitazioni sono pericolanti e quindi non agibili. Gli abitanti sono ancora sfollati e il paese appare disabitato. Nella sua veste di sindaco, mi spiega che non si tratta di un problema economico e se potesse, farebbe partire i lavori di ristrutturazione e consolidamento, oggi stesso.  L’intoppo è la burocrazia, avviata nel post sisma: mille cavilli impediscono ai fondi, già stanziati, di essere spesi e il risultato è il paese deserto, con i portoni sigillati e i negozi chiusi. Solo l’amore per la sua terra e la mentalità paziente e combattiva di Massimiliano, formatosi con l’esperienza degli anni di servizio in polizia, lo sostiene nell’impegno quotidiano anche di fronte a questi paradossi. Forse la complicità tra colleghi spinge Massimiliano a ricostruire il dramma vissuto tre anni fa, quando si è trovato a dover gestire una situazione apocalittica, nella doppia veste di soccorritore, ma allo stesso tempo terremotato; a dover organizzare i soccorsi, ma nello stesso tempo aiutare la

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29/08/2019