Anacleto Flori
Porta dell’0vest
La presenza e l’impegno quotidiano degli operatori del commissariato e del Settore di polizia di frontiera di Ventimiglia, rappresentano un vero e proprio avamposto di legalità
Dalla “Porta fiorita d’Italia” lo sguardo si perde lungo la costa occidentale cercando, tra strette spiagge sabbiose e aspri tratti rocciosi, le prime case della vicina Mentone e l’inizio di quella Costa Azzurra che, come una sorta di linea invisibile, segna il confine tra l’Italia e la Francia. Siamo a Ventimiglia, città di castelli e fortezze; un tempo crocevia di corsari e contrabbandieri e oggi di passeur. Su questa lingua di terra, che si allunga tra il mare e la montagna, il controllo del territorio è affidato agli uomini e alle donne del commissariato di Ventimiglia (IM), diretto dal vice questore Saverio Aricò. In tutto 50 operatori suddivisi in quattro settori guidati da altrettanti ispettori: controllo del territorio e volanti, squadra investigativa, polizia amministrativa, ufficio affari generali, personale e tecnico-logistico. E là dove finiscono le competenze, il lavoro e l’impegno del commissariato iniziano quelle del Settore polizia di frontiera di Ventimiglia – diretto dal commissario capo Martino Santacroce, coadiuvato da 2 ispettori superiori, responsabili rispettivamente della Sezione affari generali e della Sezione servizi operativi. Per assicurare lo svolgimento del servizio il commissario Santacroce, che dirige anche il settore terrestre di frontiera di Limone Piemonte (CN) nonché quello aereo di Cuneo-Levaldig, può contare, per quanto riguarda Ventimiglia, su 73 operatori di polizia e 5 dipendenti dell’Amministrazione civile dell’Interno. L’attività del Settore di Ventimiglia, che da oltre 20 anni ha sede nel cuore della città, in piazza Libertà, si svolge lungo tutta la “zona di frontiera” con la Francia, compresa nella provincia di Imperia. Attraverso un pout-pourri di fotografie scattate durante lo svolgimento di una normale giornata di lavoro e qualche immagine di repertorio, scopriremo come operano questi due Uffici e come insieme costituiscono un vero e proprio avamposto di legalità nel profondo Ovest d’Italia.
Il briefing giornaliero
«Prima di immergerci nella frenesia degli impegni quotidiani – racconta il dirigente del commissariato di Ventimiglia, Saverio Aricò – quello del briefing mattutino è uno dei pochi momenti in cui c’è la possibilità, ma anche la necessità, di fare il punto della situazione e di evidenziare le possibili emergenze della giornata». È sulla base di questi quotidiani scambi di informazioni e di considerazioni che vengono prese le decisioni e stabiliti i provvedimenti necessari ad assicurare, giorno per giorno, il puntuale svolgimento dell’attività lavorativa del commissariato, ma soprattutto la predisposizione, su tutto il territorio, dei delicati servizi di ordine pubblico destinati al controllo del flusso migratorio che, in questi ultimi anni, fa sempre più rotta sulla città di Ventimiglia.
Il controllo del territorio
Oltre il 20% dell’organico di cui dispone il commissariato è rappresentato da personale in forza all’Ufficio controllo territorio e alle Volanti. «Si tratta in tutto di 33 operatori – spiega l’ispettore superiore Andrea Zannoli, responsabile del settore – molti dei quali appena usciti dalle varie Scuole di polizia, ma già estremamente preparati e pronti a dare il loro prezioso contributo. Un servizio nel quale vengono abitualmente impiegati è quello del controllo dell’importante mercato ambulante che si svolge a Ventimiglia ogni venerdì e frequentato, in particolare, da persone provenienti dalla vicina Francia».
L’area di vendita occupa una vasta zona del centro cittadino e del lungomare e il servizio, che si svolge in luoghi affollatissimi, alla presenza di molte persone anziane e bambini, è piuttosto delicato. «Cerchiamo di essere discreti – continua l’ispettore – ma al tempo stesso efficaci: ogni settimana arriviamo a sequestrare centinaia di articoli illegali o con il marchio contraffatto».
La Squadra degli investigatori
«La nostra Squadra investigativa – racconta con un pizzico di orgoglio il dirigente del commissariato – anche se composta da pochi uomini è davvero molto efficace, soprattutto nell’azione antidroga, in attuazione dei piani di contrasto del traffico e della detenzione di stupefacenti predisposti dal questore di Imperia, Cesare Capocasa». Un fenomeno, quello dello spaccio di droga in città, che richiede un costante impegno da parte degli operatori di polizia, chiamati anche a risolvere diversi casi di rapine commesse da migranti in danno di alcuni connazionali. Indagini rese particolarmente complesse e difficili dalle infinite varianti linguistiche e dialettali dei migranti. «Anche perché le aggressioni a scopo di rapina – sottolinea l’ispettore superiore Alfredo Tiberi, cui fanno capo tutte le indagini di polizia giudiziaria – avvengono quasi sempre fuori dalla città, sul greto del fiume o in luoghi impervi come i sentieri montani che conducono in Francia».
Esserci sempre per i cittadini... e per il personale
Se l’attività più visibile agli occhi dei cittadini è quella svolta dagli operatori di polizia sul territorio, lungo le strade e le piazze della città, non bisogna dimenticare il lavoro che quotidianamente viene portato avanti all’interno del commissariato, negli Uffici della polizia amministrativa aperti al pubblico tutti i giorni feriali. «Qui vengono trattate le pratiche per il rilascio dei passaporti – spiega il responsabile del Settore, il vice ispettore Mauro Mezzi – ma anche gestite le richieste di licenza di porto di armi e i relativi controlli. Ultimamente siamo anche impegnati a effettuare, in modo mirato, controlli esterni sugli esercizi pubblici sia d’iniziativa che d’intesa con la questura che, al riguardo, ha costituito un apposito gruppo di lavoro di cui fanno parte Asl e Ispettorato del lavoro. Un’altra importante attività svolta dietro le quinte è quella della gestione del personale e della delicata macchina tecnico-logistica del commissariato: un settore di cui è responsabile il sostituto commissario coordinatore Massimiliano Croese.
Il flusso migratorio in città
Al commissariato di Ventimiglia fa capo la gestione “sul campo” di tutti i servizi, disposti dal questore di Imperia, per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica messe a rischio dal massiccio flusso migratorio degli ultimi anni. Oggi il flusso si è notevolmente ridotto rispetto al passato e gli arrivi giornalieri oscillano intorno alle 50 unità, ma l’attenzione è sempre al massimo livello. Ogni giorno l’alveo del fiume Roia (foto a fianco), che nasce in territorio francese e percorre 59 km prima di sfociare nel mar Ligure e che è stato, drammaticamente, uno dei luoghi simbolo del fenomeno migratorio qui a Ventimiglia, viene controllato per evitare il ripetersi di accampamenti abusivi e di assembramenti, ma anche per tutelare i migranti stessi dal rischio di essere truffati e rapinati da altri migranti. L’attività di controllo del territorio svolta dal personale del commissariato, che attualmente coordina oltre 40 operatori impegnati in turni continuativi e a composizione interforze, si estende anche al Campo Roja, gestito dalla Croce rossa italiana (foto a destra) che nel corso del 2018 ha ospitato oltre 9mila stranieri.
Un’attività davvero delicata e faticosa, ma è anche grazie alla costante azione di prevenzione dei poliziotti del commissariato, perfezionata da anni di esperienza sul campo, se la sicurezza dei cittadini e la civile convivenza sono quotidianamente garantite e gli episodi criminali ridotti al minimo.
Zona di frontiera
«Nel nostro settore di competenza, vale a dire la frontiera interna con la Francia, compresa nel territorio della provincia di Imperia – spiega il dirigente della polizia di frontiera di Ventimiglia Martino Santacroce – siamo impegnati a gestire ben 6 ex valichi di frontiera: la barriera autostradale dell’ A/10, Ponte San Ludovico e Ponte San Luigi sulla strada statale Aurelia, la stazione ferroviaria di Ventimiglia, nel cuore della città, e poi ci sono anche gli ex valichi di Fanghetto e Olivetta San Michele sulla strada statale 20 che conduce al Col di Tenda». L’impegno degli operatori è soprattutto quello di contrastare l’immigrazione clandestina e la tratta di esseri umani. «Sono servizi delicati e pericolosi – continua Santacroce – perché ci si trova molto spesso di fronte a passeur agguerriti e senza scrupoli che trasportano gli immigrati in condizioni inumane. E una volta scoperti, tentano la fuga non esitando a investire gli agenti e a speronare le auto di servizio».
L’asse Italia-Francia
Come per tutti gli Uffici di polizia di frontiera, anche per quello di Ventimiglia la cooperazione è fondamentale. Il continuo scambio di informazioni con i colleghi al di là del confine è indispensabile per avviare le indagini sulle organizzazioni criminali transnazionali che operano in entrambi i Paesi. Una cooperazione che nel corso degli anni ha dato luogo a servizi di pattugliamento congiunto con equipaggi franco-italiani lungo le strade di confine, ma anche a bordo dei treni (nella foto a fianco, una delle riunioni settimali del Gruppo italo-francese di coordinamento).
Ufficio riammissioni
«Fino a giugno del 2017, le pratiche di respingimento e riammissione consegnate ai migranti presso il confine di Stato a Ponte San Luigi – spiega Santacroce (nella foto a lato) – venivano trattate all’interno degli uffici di piazza Libertà distanti circa 6 km dall’ex valico: si trattava di un servizio dispendioso, ma anche molto faticoso per i nostri operatori costretti a fare continuamente la spola tra i due punti della città. Anche perché il crescente numero di stranieri respinti dalla zona francese finiva per congestionare tutta la nostra attività. Da qui l’idea di ristrutturare i vecchi locali presso la caserma di Ponte San Luigi e adibirli a “Ufficio riammissioni”. In questo modo tutti gli accertamenti sarebbero avvenuti sul posto e la distanza con la corrispondente polizia francese, praticamente annullata». Una soluzione semplice, ma efficace.
Controlli e solidarietà
Il copione è sempre lo stesso: le auto dei passeur attendono la notte per attraversare la città e puntare verso la frontiera con la Francia con il loro drammatico carico di disperati. Ma gli operatori della polizia di frontiera conoscono bene i “punti caldi” del passaggio: dalle auto bloccate escono gruppi di stranieri ammassati uno sull’altro. Più è grande il carico e più i trafficanti guadagnano, neppure i bambini vengono risparmiati da questi sporchi affari: ogni volta che qualche piccolo innocente viene liberato e portato al sicuro ecco che inizia una vera e propria gara di solidarietà da parte di tutto l’Ufficio: cibo, bevande, magliette e felpe dopo un bel bagnetto caldo.
Arresto eccellente
È ormai l’alba. Il turno volge quasi al termine e la stanchezza comincia a far capolino ma, caparbiamente, si continua con i controlli. Un pullman della linea Eurolines si avvicina pronto a far il suo ingresso in Italia. All’Alt Polizia! il conducente si accosta e gli agenti salgono per un controllo. Un passeggero dai capelli bianchi mostra una carta di identità. «Vengo dalla Spagna e vado a trovare i parenti a Napoli» afferma con pacatezza. Il documento sembra in regola, ma c’è qualcosa che non convince gli agenti, e così gli chiedono gentilmente di scendere. Cinque minuti e sono già al Settore. L’esito dellla comparazione mediante sistema AFIS, non lascia dubbi: l’uomo che hanno di fronte è un “famoso” narcotrafficante, Tommaso Iacomino, da tempo latitante in Sudamerica da dove faceva da intermediario tra i corrieri della droga sudamericani e diverse organizzazioni criminali europee. Quando si dice il fiuto degli investigatori ...