Cristina Di Lucente

Custodi della prevenzione

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Il Servizio centrale anticrimine, attivo da giugno 2018, rappresenta un occhio vigile sulle città

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Il cuore strategico delle divisioni anticrimine che operano nelle 106 questure italiane è costituito da una “squadra” altamente specializzata, che sottopone quotidianamente ai questori l’analisi qualitativa dei fenomeni delinquenziali per poterli prevenire.   

Parliamo del Servizio centrale anticrimine (Sca), nato il 19 aprile del 2017 in seno alla Direzione centrale anticrimine diretta da Francesco Messina, con un atto che ne ha sancito l’istituzione e che lo identifica come organismo responsabile delle misure di prevenzione dei fenomeni criminali e referente delle divisioni anticrimine delle questure. L’Ufficio ha due obiettivi principali, uno di carattere organizzativo, ovvero individuare le criticità delle divisioni periferiche e costruire un processo virtuoso in grado di dare la giusta attenzione a questo settore; il secondo consiste nel restituire centralità alla prevenzione attraverso un intervento di neutralizzazione della pericolosità sociale degli individui e di aggressione ai patrimoni acquisiti illecitamente. 

Identità e obiettivi
La mission dello Sca consiste nel dare impulso alle attribuzioni del questore nelle misure di prevenzione personali e patrimoniali. La figura identitaria per eccellenza sul territorio ha, infatti, un ruolo centrale per le funzioni che esercita e per le relative responsabilità. È per questo che, come ha sottolineato metaforicamente il capo della Polizia Franco Gabrielli in occasione della prima giornata dedicata alle divisioni anticrimine lo scorso 10 dicembre: «È necessario rimettere la chiesa al centro del villaggio», rivitalizzandone il peculiare potere di proposta. «Il logo di questo Ufficio rappresenta la nostra mission, al servizio dell’autorità di pubblica sicurezza – spiega il direttore del Servizio Giuseppe Linares – e la fascia tricolore dei funzionari di polizia che vi è raffigurata all’interno costituisce le 3 possibilità proprie dei questori: l’analisi, la lotta ai patrimoni e il potere monitorio. L’attivazione di questo potere è raffigurato dal simbolo informatico di accensione, rintracciabile nell’immagine, la confisca dei patrimoni è invece simboleggiata dalla caratteristica “S” che rappresenta il sesterzio romano».    

L’analisi strategica e la tutela delle fasce deboli 
La 1^ Divisione si occupa dell’organizzazione generale, dello studio e l’analisi dei dati forniti dalle questure attraverso i “mattinali”, un’azione propedeutica essenziale per dare impulso alle indagini preventive che rafforzano l’azione dei questori nell’applicazione delle misure di prevenzione. 

Un altro incarico che svolge questa Divisione è quello di disciplinare la comunicazione con le articolazioni periferiche, di fornire strategie sulle cosiddette fasce deboli e di individuare le risorse umane in possesso di particolari skill o, in alternativa, della loro formazione culturale.

È ancora la 1^ Divisione a occuparsi delle iniziative di collaborazione interistituzionale e di profilo internazionale anche per ciò che riguarda la violenza di genere e la tutela delle fasce deboli, a cui dedica un’intera sezione. Sono esempi le iniziative della questura di Trento che da marzo 2019 partecipa a un gruppo di lavoro finalizzato alla “presa in carico” delle donne che hanno subito violenza, ispirato al Multy agency risk assessment conference (Marac). Un rappresentante della questura coordina il team esaminando i casi di donne vittime di violenza domestica o gli atti persecutori trattati dalla Divisione anticrimine ritenuti particolarmente problematici o che presentano un alto rischio di reiterazione. 

La questura di Milano ha sottoscritto il Protocollo Zeus con il Centro italiano per la promozione e la mediazione (Cipm) in tema di informazione nei confronti della persona colpita da ammonimento, introducendo l’ingiunzione trattamentale per stalker e bulli, un tentativo ora allo studio anche in altre questure, che ha lo scopo non solo di punire ma anche di recuperare.

Per quanto riguarda i minori, questa speciale sezione raccoglie l’eredità della Sezione minori nata nel 1996 all’interno della Direzione centrale della polizia criminale, di cui ha mantenuto le modalità di lavoro e la gestione del sito internet per i minori scomparsi, rinnovandolo con una nuova veste grafica e con nuove possibilità di ricerca grazie a GMCNgine, una piattaforma centralizzata attiva da gennaio 2019, che utilizza l’intelligenza artificiale e la tecnologia di riconoscimento facciale per analizzare i contenuti del Web e individuare possibili matching per la localizzazione dei minori. 

Infine, questa sezione dello Sca è anche referente del Servizio 116000 - Linea telefonica diretta per minori scomparsi attivo dal 2009, che consente di segnalare a un centralino multilingue casi di bambini dispersi o in difficoltà, interessando all’occorrenza gli Uffici territoriali delle forze di polizia.  

Un hub investigativo e i suoi risultati
La 2^ divisione del Servizio dispone di un team di supporto investigativo, un vero e proprio punto di coordinamento e mediazione simile a un hub, composto da una prima sezione che tratta le misure di prevenzione personali tipiche (contenute nel testo unico antimafia) e atipiche (introdotte da leggi penali speciali e caratterizzate da presupposti e modalità applicative particolari), e una seconda che gestisce quelle di prevenzione patrimoniale in tema di investigazione finalizzata all’ablazione, cioè la “sottrazione” dei beni, di cui il questore, in quanto titolare del potere di proposta, dispone direttamente e in via esclusiva. I primi risultati hanno consentito di supportare le divisioni anticrimine portando i questori, nel biennio 2018-19, a formulare numerose proposte di sequestro congiunte con le più importanti procure distrettuali tra cui Catania, Palermo, Roma, Milano e Napoli e con la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.

Allo stesso tempo, sono stati stipulati protocolli operativi per incentivare l’esercizio congiunto del potere di proposta tra il questore e l’autorità giudiziaria, creando una rete nazionale di esperti, per far fronte alle esigenze di elaborazione delle misure di prevenzione, soprattutto quelle ablative dei patrimoni che richiedono specifiche competenze. Tutto questo ha prodotto  conseguenze virtuose: l’aumento delle attività e un maggiore impulso all’elaborazione di misure di prevenzione patrimoniali e alla realizzazione di progetti trasversali con altri servizi, come quello che coinvolge la Stradale per quanto riguarda gli intestatari fittizi di veicoli per il successivo sequestro e la Direzione centrale della polizia di prevenzione per applicare le misure patrimoniali a chi si rende responsabile di intemperanze nel corso di manifestazioni sportive.

Ad agevolare il raggiungimento di tali risultati ha contribuito anche l’utilizzo di preziose banche dati che il questore può consultare, come l’archivio dei rapporti finanziari, l’acquisizione di profili per accedere alla Camera di commercio europea e gli accessi in comodato d’uso gratuito di banche dati private per individuare beni immobili da sequestrare. È inoltre in fase di sviluppo un software per l’elaborazione di indagini patrimoniali e il calcolo sperequativo per gli analisti dello Sca.

Un’importante innovazione per il supporto operativo alle divisioni anticrimine delle questure è il cloud info sca, un ambiente informatico centralizzato per condividere rapidamente informazioni e documenti tra Servizio centrale e periferie. In questo luogo di lavoro virtuale è possibile non solo trasmettere materiale informativo ma anche, se necessario, sovrascrivere i provvedimenti risparmiando l’invio sul posto del personale specializzato.

La professionalità passa per la formazione
Individuare personale con adeguate competenze professionali è una regola valida per tutti gli Uffici della Polizia di Stato, ma in un settore come questo aggiornamento e specializzazione sono condizioni imprescindibili.

Con questo scopo, presso alcune sedi di distretti di Corti d’appello, sono stati condotti focus sulle misure di prevenzione patrimoniali e personali per formare funzionari e personale delle divisioni anticrimine, oltre a seminari e corsi presso la Scuola superiore di polizia e l’Istituto per ispettori di Nettuno.    

Vale la pena sottolineare l’organizzazione di due seminari per 104 dirigenti, e corsi per il personale che hanno consentito la formazione di 243 operatori,  oltre a quelli sulla corretta esecuzione della sorveglianza speciale, grazie ai quali sono stati formati 57 specialisti, e a 4 sessioni per abilitare 109 poliziotti del settore all’accesso a indagini societarie attraverso la banca dati Telemaco della Camera di commercio.

Lo scorso marzo, a Spoleto, un’iniziativa ha interessato 110 persone provenienti da tutte le questure: un seminario in tema di misure di prevenzione personali, minori e vittime vulnerabili condotto da esperti poliziotti, psicologi, docenti universitari e dirigenti del Dipartimento per le pari opportunità. Tra gli argomenti approfonditi, le misure monitorie del questore come strumento da utilizzare per tutelare le vittime e interrompere la spirale di violenza fisica e psicologica cui sono sottoposte, tenendo conto dei diritti del persecutore; un’esperienza senza precedenti per gli appartenenti alle divisioni anticrimine che hanno appreso le best practices per una corretta valutazione del rischio nei casi di violenza di genere.

29/08/2019