Valentina Pistillo

Ideali, impegno e memoria

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Intitolata a Pietro Ermelindo Lungaro, poliziotto fucilato alle Fosse Ardeatine, la rinnovata sede della Direzione centrale di sanità della ps. Poliziamoderna ne ha parlato con il direttore Fabrizio Ciprani

noslav 5/19

Trentanove. È il numero del monolite sepolcrale delle Fosse Ardeatine dove è sepolto il vice brigadiere di ps Pietro Ermelindo Lungaro. A lui è stato intitolato il compendio di Sant’Eusebio, sede della Direzione centrale di sanità, nella cerimonia d’inaugurazione dove sono intervenuti il capo della segreteria del Dipartimento di ps, Michele Papa, il direttore centrale, Fabrizio Ciprani, il direttore dell’Ufficio storico della Polizia di Stato, Raffaele Camposano e il nipote Lindo Lungaro, in rappresentanza della famiglia, alcuni direttori centrali del Dipartimento della ps e i presidenti delle varie sezioni Anps. 

Il 7 febbraio 1944, il poliziotto-eroe venne prelevato dalla Caserma dei servizi tecnici di Sant’Eusebio, dove era stato assegnato, e rinchiuso, dalla polizia di Sicurezza da cui dipendeva la Gestapo, nella prigione di via Tasso a Roma. In seguito all’attacco di Via Rasella, per aver taciuto su nomi e nascondigli dei partigiani, fu mandato a morte insieme a 335 uomini, fra detenuti politici, ebrei e semplici cittadini sospettati. Della sua attività partigiana non si conosce molto, si sa solo che frequentava il Comitato di liberazione. Pietro fu torturato e trucidato per aver tentato di liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista. Gli fu conferita la Medaglia d’argento al valor militare con la motivazione: “Arrestato per aver svolto attività patriottica, sopportava impavido i rigori di dura prigionia e stoicamente subiva torture. Barbaramente trucidato, immolava la sua giovinezza per le maggiori glorie della Patria e della Libertà. Fulgido esempio di cosciente ardimento, di fede assoluta nei destini della Patria, di piena dedizione alla sua causa”. Aveva 33 anni quando morì. Lasciò la moglie in attesa del terzo figlio, che alla nascita fu chiamato con il nome del padre. Rimase celebre la sua frase «…voi non potete capire cosa significhi la parola libertà». Quella libertà e quella democrazia per cui Pietro Lungaro ha combattuto fino all’estremo sacrificio. «Da ragazzo mio padre faceva le consegne in bicicletta per una lavanderia a Roma – ha ricordato nel discorso di apertura della cer

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02/05/2019