Roberto Donini
L’uomo del ghiaccio
Correre nel luogo più freddo della Terra, nel periodo più rigido dell’anno. L’avventura nella natura selvaggia della tundra e l’incontro con il calore della popolazione siberiana
Abbracciamo Paolo Venturini, che ci ha raggiunto in redazione per raccontare la sua incredibile avventura nel freddo. Tornato dai limiti del mondo ci regala un racconto emozionante e ricco di tante suggestioni non solo sportive, con l’entusiasmo di un esploratore. Il 20 gennaio, ha corso per 39,120 km in una remota regione della Siberia, la Sacha Yacutia, «ho corso da Tomtor a Oymyakon, considerati i luoghi abitati più freddi della terra». La sua impresa, Monster Frozen, si è svolta, infatti, ad una temperatura minima di -52,6 e con la punta più “calda” a -52,2.
Celebrità in Russia
Paolo è a Roma per un’occasione importante: «la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati mi ha voluto conoscere perché l’ambasciatore italiano a Mosca, Pasquale Q. Terracciano, le ha segnalato la mia corsa e l’eco mediatico che ha avuto in tutta la Russia». In perfetta uniforme di sovrintendente della Polizia di Stato si è presentato alla seconda carica dello Stato, così come con la tuta delle Fiamme oro ha partecipato a decine di incontri e conferenze stampa a Mosca e Yakutsk. Ha avuto un grande successo in Russia «in quasi tutti i talk show mi hanno chiesto come difendersi dal freddo polare che ha colpito tutta la federazione. Visto che ero sopravvissuto a quelle siberiane, sono stato considerato un’autorità in materia». Si sofferma con orgoglio sul fatto di aver «ricevuto la più alta onorificenza della polizia russa, fino ad allora mai concessa ad altro poliziotto straniero» ma anche, con affetto, sul calore degli abitanti di Oymyakon, «gli yacuti, sono persone incredibilmente accoglienti, che mi hanno sostenuto e consigliato durante i venti giorni del soggiorno di preparazione, accompagnando incuriositi il mio tentativo».
Un lungo allenamento
Il progetto dell’impresa, avviato un anno e mezzo prima, prevedeva quale ultima tappa la lunga permanenza di Paolo in Yacutia, per acclimatarsi adeguatamente. «Ora posso dire che l’organizzazione è andata molto bene da tutti i