Chiara Distratis

Obiettivo Tokyo

CONDIVIDI

ffoo 3-19

L'appuntamento telefonico è per le 8,30 e al primo squillo risponde una voce gentile ma allo stesso tempo energica. Dall’altra parte del filo Stefano Ghisolfi, torinese classe ’93, attualmente il miglior arrampicatore italiano e tra i primi al mondo si scusa per l’orario: «… ma dopo devo iniziare ad allenarmi…». Quello che si è concluso è stato per lui un anno ricco di successi e quello che è appena iniziato sarà pieno di appuntamenti importanti. «Ogni tanto mi capita di pensare che se nel 2012 non fossi entrato nelle Fiamme oro forse in questo momento non sarei arrivato a questi livelli. Sono molto grato alla Polizia di Stato di aver puntato, prima degli altri, su questo sport. Ho avuto così la possibilità di poter trasformare la mia passione in lavoro, allenarmi e avere il tempo e i mezzi per dare il 100% nell’arrampicata.   

Prima di tutto ci spieghi in cosa consiste il tuo sport?
L’arrampicata sportiva consiste in tre discipline, la prima è la lead (in italiano difficoltà) dove ci si arrampica, con l’utilizzo di una corda di sicurezza, su pareti artificiali alte fino a 20 metri con percorsi che progressivamente salgono di difficoltà: vince chi arriva più in alto. La seconda è il boulder: pareti più basse, massimo 5 metri, con un materasso sotto dove ci sono vari percorsi, di solito 4/5, vince chi riesce a concluderne di più. La terza disciplina è la speed: due

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

04/03/2019