a cura di Susanna Carraro

Un fiuto da segugi

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dalm 2-19

FRANCIA  
L’odore come imprescindibile firma corporea: non è un’idea folle o la trama di una fiction futuribile, ma un’ipotesi di lavoro che l’Istituto di ricerca criminale della Gendarmeria francese ha preso molto sul serio. Nel laboratorio ingombro di strumenti ultrasofisticati, investigatori in camice bianco catturano e sezionano le “fragranze” nelle singole componenti, per dar vita a un progetto innovativo: identificare in modo scientifico “l’impronta olfattiva”, con caratteristiche tali da costituire forza di prova, come per l’impronta digitale o quella genetica. Il tema, già oggetto di studi presso l’Fbi e l’università di Sydney, sta appassionando la comunità scientifica: recenti studi hanno dimostrato l’affidabilità dell’olfatto del cane, che gli consente di riconoscere un individuo senza ombra di dubbio, ma talvolta l’animale non riesce a identificare l’odore perché non lo capta o perché la materia è insufficiente. L’idea, dunque, è quella di sviluppare uno strumento di laboratorio complementare al fiuto del cane, che consenta di identificare scientificamente la firma dei composti volatili che si sprigionano da un corpo e che gli sono tipici. L’odore di un individuo è composto da oltre un migliaio di molecole diverse e viene classificato in tre distinte categorie: quella “primaria” si riferisce a un odore stabile nel tempo, geneticamente determinato; la “secondaria”, a uno variabile, formato da composti endogeni, come

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31/01/2019