a cura di Cristina Di Lucente
Sicurezza in cielo...e in terra
Roma. Un enorme archivio per controllare il via-vai nei cieli d’Europa, dove poter registrare i dati di tutti i passeggeri che volano all’interno dell’Unione europea. Inaugurato lo scorso 11 dicembre presso il Polo Anagnina, questo sistema informativo è stato chiamato Unità di informazioni passeggeri (Uip) ed è inserito all’interno del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale. Il sistema è stato realizzato grazie a una direttiva dell’UE, recepita nel nostro ordinamento attraverso il dl 53 del 21 maggio 2018, e permetterà un controllo capillare, reso possibile dall’obbligo per le compagnie aeree di comunicare i codici di prenotazione di chi vola. Tra gli altri: nome e cognome, itinerario, data di partenza e di arrivo, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica, posto assegnato, documento di riconoscimento utilizzato e informazioni sul bagaglio e sulle modalità di pagamento e relative all’emissione del biglietto. Queste informazioni, conservate per cinque anni e “mascherate” dopo sei mesi dall’invio, vengono processate dalla Uip attraverso uno specifico programma di analisi. Un lavoro complesso, che per l’Italia richiederà la gestione di una mole informativa relativa a oltre 200mila passeggeri l’anno. Il programma è il risultato della mossa strategica, fatta dall’Europa, per portare ciascun Paese membro alla realizzazione del database per scambiare i codici con le informazioni, allo scopo di contrastare il terrorismo e scongiurare altri reati gravi attraverso la valutazione di possibili minacce future analizzando specifici profili di rischio. All’inaugurazione, oltre ai vertici del Dipartimento della pubblica sicurezza, sono intervenuti anche rappresentanti della Commissione europea, di Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), Enav (Ente nazionale per l’assistenza al volo) e delle compagnie aeree. La particolare enfasi dedicata alla prevenzione è anche un indicatore del fatto che, nel contesto storico attuale, nessun Paese può sentirsi “a rischio zero”, per questo diventano fondamentali la collaborazione internazionale e il rafforzamento dei sistemi di comunicazione.
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