Franco Gabrielli*

Appartenenza e Innovazione

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edit 4/18

C

ari colleghi, grazie. Grazie, per tutto quello che abbiamo realizzato quest’anno insieme. Grazie per averlo fatto con convinzione e con dedizione. I risultati sin qui conseguiti, i progetti in dirittura di arrivo e quelli sulla rampa di partenza, mi consentono di guardare con rinnovato ottimismo al futuro della Polizia di Stato ed al suo ruolo cardine nel complessivo sistema di sicurezza nel nostro Paese. 

Come scriveva Tolstoj, tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici. E le numerose iniziative riformatrici della nostra Istituzione sono ispirate ad un principio  estremamente lineare: attualizzare lo straordinario disegno del legislatore del 1981 che, con la Legge 121, ha rifondato la Polizia di Stato, rendendola unica Forza, a competenza generale, ad ordinamento civile che esprime l’Autorità di Pubblica Sicurezza, perno centrale e sintesi del nostro sistema di sicurezza che si fonda sulla pluralità delle Forze di Polizia.  

La centralità di tale intervento normativo, che è da considerarsi “il padre fondatore” della Polizia di Stato, è stata rimarcata anche con la scelta di fissare proprio nel 10 aprile, data di pubblicazione della legge 121, la ricorrenza per la nostra Festa.

Non c’è settore, centrale o territoriale, che non sia stato interessato da questo impulso riformatore.  È in dirittura d’arrivo il progetto di riorganizzazione delle Questure e dei Commissariati, per renderli più rispondenti alle nuove esigenze di sicurezza provenienti dal territorio. Abbiamo riformato importanti strutture centrali, snellendole e rendendole più efficienti. Analogamente abbiamo proceduto con i nostri uffici investigativi, da quelli contro la criminalità comune e organizzata, a quelli contro il terrorismo, che specie sul fronte internazionale ha assunto connotazioni sempre più preoccupanti. 

E poiché, come vado dicendo da tempo, la principale risorsa della nostre Istituzione è il capitale umano, proprio su tale aspetto che abbiamo investito le nostre maggiori energie. Abbiamo cominciato una nuova stagione di assunzione di giovani leve, per dare il cambio a molti operatori su strada, che hanno dato tanto al nostro Paese e che ora, essendo in là con gli anni, è giusto vadano a ricoprire incarichi meno esposti. Soprattutto stiamo ridisegnando la nuova struttura deputata ad accompagnare le donne e gli uomini della Polizia di Stato dal primo giorno di ingresso fino alla quiescenza.

Perché crediamo che il senso di appartenenza affondi le proprie radici prima di tutto nell’identificazione con i valori che la Polizia di Stato incarna e poi anche nella consapevolezza di far parte di una grande famiglia che supporta l’operatore di polizia nel corso di tutta la vita.

Identità che si fonda sui valori costituzionali dell’onore e della disciplina, cui quotidianamente chi  indossa la divisa deve orientare il proprio agire, sempre illuminato da quel sentimento di umanità che spinge ad intercettare le esigenze ed i bisogni delle persone.

È una identità capace di resistere al tempo, come testimoniato anche dall’Associazione Nazionale della Polizia di Stato che quest’anno festeggia il suo 50° anniversario. Grazie ad essa i colleghi che hanno traguardato il loro percorso nelle fila della Polizia di Stato, possono condividere il passato senza soluzione di continuità con il presente.

In questo percorso identitario si inserisce anche l’adozione dei nuovi segni distintivi di qualifica che, esaltando la nostra natura di Istituzione ad ordinamento civile, segna il definitivo abbandono dei gradi militari. Un mondo, quest’ultimo, che guardiamo con rispetto, con la consapevolezza e l’orgoglio di essere qualcosa di diverso.    

Un enorme cantiere, dunque, che abbiamo realizzato senza minimamente incidere sulla quotidiana attività per la sicurezza dei nostri concittadini. In un anno, tra l’altro, particolarmente impegnativo, su molteplici fronti. Primo fra tutti quello dell’ordine pubblico, dove abbiamo conquistato anche una visibilità internazionale grazie all’ottima gestione della sicurezza sia per l’anniversario dei trattati di Roma che per il vertice internazionale G7. In ciascuna occasione abbiamo affinato ed innovato le strategie di ordine pubblico, senza tuttavia mai rinnegare la nostra mission storica: quella  di garantire il bilanciamento tra il pacifico svolgimento degli eventi e il diritto al dissenso, legittimo e tollerato nei limiti della non violenza.

Analoghi successi li abbiamo raccolti nella campo della  lotta alla criminalità, registrando una  significativa  flessione nell’andamento generale della delittuosità  con un calo del 4,4%. Nel contrasto al terrorismo, inoltre, le strategie di prevenzione elaborate hanno condotto, nel solo 2017, all’arresto di 26 persone contigue ad ambienti del terrorismo di matrice religiosa e 105 estremisti pericolosi per la cornice di sicurezza interna sono stati allontanati dal territorio nazionale.

E i nostri concittadini hanno percepito lo straordinario sforzo sin qui compiuto, premiandoci con la loro stima ed apprezzamento. Le Forze di Polizia si pongono, infatti, ai vertici delle Istituzioni statali nella fiducia degli italiani, come attestato dal recente rapporto Eurispes.

Per tutto questo e per quanto faremo ancora insieme, vorrei  esprimervi la mia profonda gratitudine con l’auspicio di vedere realizzato il progetto nel quale abbiamo creduto e per il quale assieme abbiamo lavorato intensamente durante quello che si è rivelato un anno faticoso ma denso di straordinari traguardi.

*Capo della Polizia - Direttore generale della pubblica sicurezza

 

 

06/04/2018