Annalisa Bucchieri

“I” come integrazione

CONDIVIDI

Quando le coincidenze si ripetono non è mai per caso. Mi piace interpretare come un segno il riproporsi della parola integrazione negli approfondimenti della rivista di questo numero. La storia di copertina dedicata al Calendario istituzionale 2018 evidenzia la scelta di chiedere a dodici fotografi, undici professionisti dell’Agenzia Contrasto e un appassionato in divisa, di raccontare la Polizia di Stato dal loro punto di vista. Una scelta fatta per esaltare la poliedricità umana di coloro che guardano e di coloro che sono guardati. Integrare la rappresentazione che la Polizia di Stato ha di sé con quella plurale di tanti occhi esterni sottolinea la capacità e la volontà di aprirsi al dialogo con gli altri. Lo ha sottolineato il capo della Polizia Franco Gabrielli: «Il messaggio visivo del nostro calendario 2018 è coerente con un’Istituzione che non si pone come “un potere” esercitato sui cittadini bensì “al servizio” degli stessi».  

Il progetto benefico dell’Unicef al quale andranno quest’anno parte degli introiti della vendita del Calendario riguarda sostegno e integrazione dei minori stranieri non accompagnati in Italia, anche questo non è un caso. Come non lo è che la restante parte vada al Piano Marco Valerio per le cure delle malattie pediatriche gravi dei figli dei poliziotti. Perché anche la malattia isola le persone che la vivono. Per sconfiggerla ci vuole integrazione, occorre eliminare il senso di esclusione di chi soffre, standogli vicino e non solo con sostegni economici. La Polizia di Stato non manca di farlo grazie al suo Fondo assistenza per il personale. 

È con questo spirito che noi di Poliziamoderna abbiamo scelto come tema della V edizione del nostro concorso Narratori in divisa l’integrazione, fondamentale passo successivo all’accoglienza, parola che dovrebbe immediatamente essere affrontata dopo immigrazione. Centinaia di elaborati sono arrivati in redazione da parte dei poliziotti e degli studenti. E sono stati proprio i racconti vincitori che ci avviamo a premiare a dicembre a indurci a riflettere se vi siano esempi di integrazione nel mondo lavorativo della Polizia di Stato. Siamo andati a indagare quanti colleghi con gli occhi a mandorla, piuttosto che con la pelle scura o originari dell’Est europeo, lavorino all’interno della nostra Amministrazione e come siano stati accolti e integrati in ambito professionale. Scoprirete con noi una polizia inaspettata,  variegata e piena di umanità.

05/12/2017