di Susanna Carraro
Francia. Caccia ai bracconieri
Frutto di due anni di ricerca presso il Metropolitan Police Service, in collaborazione col King’s College di Londra, è stato realizzato un nuovo strumento da opporre ai fucili dei bracconieri: un kit che permetterà di identificare e perseguire i trafficanti di avorio, ora a disposizione dell’ufficio francese di contrasto agli attacchi all’ambiente e alla sanità pubblica (OCLAESP, struttura interministeriale di polizia giudiziaria a competenza nazionale). Fino ad oggi, la natura porosa dell’avorio rendeva praticamente impossibile l’individuazione di eventuali impronte sulla sua superficie: l’elaborazione di un nuovo tipo di polvere, utrasottile e magnetica, in grado di resistere a lungo sulle zanne di un elefante, consentirà finalmente di recuperare le impronte digitali sino a 28 giorni dopo che esse siano state apposte su questo materiale. Testato per la prima volta nel 2016 all’aeroporto di Heathrow su una grossa partita di avorio sequestrata, la nuova polvere è utilizzata da mesi in Kenya, dove ha già portato all’arresto di una quindicina di persone. Ma… e se i bracconieri usassero dei guanti? E se decidessero di conservare l’avorio per almeno un mese, prima di metterlo sul mercato? Sono ipotesi da escludere categoricamente, secondo David Cowdrey, responsabile delle campagne del Fondo Internazion