Annalisa Bucchieri

Coltiviamo la memoria

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Non me ne vogliate, ma per fortuna Halloween è passato. Non è per la festa di per se stessa, che può aiutare bambini e adulti ad esorcizzare le paure più profonde, ma è per il fatto che ha quasi del tutto soppiantato il significato del 2 novembre e tutto ciò che ne consegue. Sempre più spesso, infatti, ci dimentichiamo di coltivare la memoria di chi non c’è più e soprattutto di insegnarlo ai nostri figli. Come se il passato o il culto dei morti possa zavorrare lo slancio verso il domani. 

Eppure sia il pensiero filosofico che quello scientifico sono convinti esattamente del contrario. La celebre neuroscienziata Hannah Monyer ha spiegato, in uno studio elaborato insieme al filosofo tedesco Martin Gessmann che le ha fruttato molti riconoscimenti, che la memoria non esiste per nascondere in cassetti il vissuto ma per elaborarlo costantemente e aiutarci, nell’esercizio quotidiano del ricordare, a tracciare la strada verso il futuro.

Le ultime ricerche sulle malattie degenerative del cervello che provocano la perdita della memoria, primo fra tutti il devastante Alzheimer, evidenziano che risulta impossibile andare avanti nella vita senza avere ricordi. In pratica per affrontare il presente abbiamo bisogno di avere in mente il passato. Non certo di rifugiarci come in un santuario in ciò che è stato bensì di coltivare attivamente la memoria. Ed è con questo spirito che Poliziamoderna ogni mese dedica uno spazio al ricordo dei tanti poliziotti caduti nell’adempimento del loro dovere: il vissuto e gli affetti familiari, la loro carriera professionale fino alla ricostruzione del tragico episodio violento nel quale hanno perso la vita. Siamo convinti che ripercorrere le loro storie, la loro esperienza di vita, rievocare il messaggio di cui si sono fatti portatori, possa esserci di insegnamento. Una scelta, questa, che trova conferma nella frase lasciata dal capo della Polizia, Franco Gabrielli, lo scorso 2 novembre, al Sacrario della Polizia di Stato. Parole che dicono molto sull’importanza  di rivolgersi con il pensiero a quei nomi, a quelle storie, per affrontare il presente e il futuro. 

07/11/2017