a cura di Cristina Di Lucente
La polizia su35 mm
Venezia. Il Festival del cinema di Venezia è stato l’occasione per allestire una mostra dedicata alla Polizia di Stato sul grande schermo, un collage di pellicole proiettate nello spazio della Torre di Portanuova che testimonia il grande fascino che la polizia, da sempre, esercita sul cinema italiano. Una retrospettiva nata da un’idea della questura di Venezia e realizzata in collaborazione con l’Ufficio relazioni esterne della Polizia di Stato, che ripercorre alcune tappe del passato, declinando il lavoro del poliziotto in tutte le sue sfaccettature. Si parte dagli anni ’70, un periodo in cui il “poliziottesco” era un genere tra i più amati dal pubblico che affollava le sale cinematografiche. Era un decennio in cui insieme alle forti tensioni sociali, gli italiani respiravano un clima di violenza diffusa, ed erano gli anni dei poliziotti interpretati da Enrico Maria Salerno, Maurizio Merli e Luc Merenda, per citarne alcuni. Fino ad arrivare al commissario per antonomasia, il mitico Franco Nero, ma anche a quella stagione di forte impegno civile che trova il suo emblema nel film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Oscar come miglior film straniero, in cui uno straordinario Gian Maria Volonté interpreta il dirigente dell’Ufficio politico della questura di Roma. Tra le pellicole proiettate anche storie nelle quali il poliziotto, al centro della trama narrativa, diventa il protagonista negativo di vicende particolarmente amare, come nei casi di Diaz, una storia ambientata all’indomani degli scontri di piazza che hanno accompagnato il G8 di Genova, o di ACAB, che narra le frustrazioni e le derive violente di un gruppo di poliziotti del Reparto mobile. Tra uniformi storiche e auto d’epoca in mostra statica, una fra tutte la Ferrari 250 Gte del maresciallo Spatafora, la mostra, che è rimasta aperta fino al 12 settembre scorso, ha portato in laguna innumerevoli spunti di riflessione, assieme a quella capacità di suscitare emozioni che solo il cinema sa dare.
Luca Scognamillo
Sbirro da record
Chieti. Percorrendo 589 km in 31 ore Edoardo D’Orsogna, 51 anni di Pretoro, ha realizzato l’ultima impresa di ciclismo estremo sulle Dolomiti. Un altro trionfo per il poliziotto in servizio alla questura di Chieti che si è confermato anche per il 2017 campione italiano di ultracycling per la categoria over 50. Il “lupo della Majella” è arrivato secondo nell’ultima corsa, l’ultracycling dolomitica, che si è svolta lo scorso agosto, dal 25 al 27. Ma