Roberto Donini
Il Triangolo rosso
È il titolo della serie con cui la polizia esordì in TV nel 1967: protagonisti i Centauri della Stradale
La polizia stradale detiene un importante primato: come scriveva Poliziamoderna (n. 3/1967) “Per la prima volta nella storia della nostra Televisione un ufficiale e due sottufficiali del Corpo delle guardie di ps saranno i personaggi di una serie di sei telefilm che avranno per sfondo la più suggestiva delle ribalte: la strada”.
La prima stagione de Il Triangolo rosso iniziò il 21 luglio 1967, sul secondo canale Rai con l’episodio “Lo sconosciuto”, la seconda serie fu avviata con Il segreto del lago proseguì fino al 18 settembre 1969. A differenza dei gialli e polizieschi a puntate, già affermatisi in televisione come il fortunatissimo commissario Maigret di Gino Cervi, durato quasi un decennio, o il tenente Sheridan, con Ubaldo Lay, anch’esso con indici record di ascolto di 14 milioni, il format del Triangolo rosso, dove ogni episodio era una vicenda compiuta, si ispirava ai telefilm, che in quegli anni, iniziarono ad arrivare dall’America. Il mediometraggio, inferiore all’ora, accentuava l’azione, riducendo le deduzioni investigative, e la strada, luogo d’ambientazione, introdusse le riprese in esterno fuori dai teatri di posa di via Teulada.
Questa apertura fu sostenuta dall’innovativa registrazione magnetica di immagini, Ampex, permettendo montaggio filmico con la recitazione più spontanea e meno teatrale.
Tali innovazioni formali sono funzionali al contenuto narrato, la sceneggiatura realistica si ispira alla tipica azione di polizia stradale fatta di velocità, scelta rapida e coraggio. A differenza, infatti, del giallo “classico” si nota in primo luogo che l’investigazione non affronta delitti feroci e premeditati, ma episodi legati alla quotidianità di i