Luigi Lucchetti*

Specchio... Specchio delle mie brame

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La moda del selfie sta dilagando in tutto il mondo. Molte le ricerche per capire possibili rischi per la propria identità

psiche 6/17

Con l’avvento dei social network e il flusso continuo di informazioni che viaggiano sulla Rete in tempo reale, ogni cosa sembra correre alla velocità della luce in questo ventunesimo secolo. Il mondo è entrato tutto intero nelle nostre piccole stanze e, allo stesso tempo, ci siamo trovati al centro dell’universo, non più anonimi fra i tanti, ma potenziali protagonisti di un’esistenza speciale, vera o finta non importa, magari costruita, ritoccata ad arte o, nel migliore dei casi, autentica. Pur senza essere attori veri, si è alzato un sipario planetario che permette, volendolo, di essere costantemente in scena. Il selfie, l’autoritratto realizzato attraverso una fotocamera digitale, uno smartphone, un tablet o una webcam puntati verso se stessi o uno specchio, e in tempi più o meno consecutivi alla sua esecuzione condiviso sui social network, è assolutamente funzionale al desiderio pervasivo di protagonismo oggi imperante. Una volta c’era solo l’autoscatto che non era proprio un’operazione semplice: si doveva usare una fotocamera, collocarla adeguatamente, impostare lo scatto, posizionarsi davanti ad essa, accertarsi di essere alla giusta distanza e attendere il fatidico click per poi controllare il risultato. Se per secoli siamo stati schiavi della dittatura dello specchio che ci restituiva senza pietà la nostra immagine reale inevitabilmente peggiorata con l’avanzare del tempo, oggi la fotografia digitale ha detronizzato il tiranno e

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05/06/2017