Antonella Fabiani
Prossimità e coraggio
Progetti di educazione alla legalità diretti ai giovani, salvataggi di vite umane, vicinanza ai senzatetto. In crescita l’attività su tutto il territorio
“Prossimità” è stare vicini a uomini, donne, ragazzi e anziani. Declinarla in modi diversi adattandola alle differenti situazioni è l’obiettivo della polizia ferroviaria da tanti anni. “Esserci sempre” è una vocazione antica per gli operatori della Polfer che hanno affinato intuito e sensibilità mettendoli a disposizione della sicurezza dei cittadini. Tanti i progetti. Tra questi quelli diretti ai giovani, perché sono la parte più esuberante della società e più propensi a provare “emozioni” pericolose nelle stazioni ferroviarie. Mode come quella del selfie, mentre sopraggiunge un treno alle spalle o si sta distesi sui binari, aspettando fino all’ultimo minuto, da condividere poi sui social sono comportamenti altamente rischiosi. Il contrasto a questo fenomeno, costato la vita a più di qualche ragazzo, è uno degli impegni del Servizio di polizia ferroviaria che da circa tre anni porta nelle scuole di primo e secondo grado Train...to be cool, programma di educazione nato con la collaborazione della Facoltà di psicologia dell’Università degli studi di Roma, La Sapienza, e porta gli operatori della Specialità nelle aule italiane. Ad essere segnalate sono le scuole che si trovano in zone di forte pendolarismo, ed è l’Ufficio scolastico regionale a indicare quelle più adatte ad accogliere questo modulo formativo.
«L’obiettivo è quello di azzerare l’incidentalità ferroviaria – afferma Olimpia Del Maffeo, direttore della II divisione del Servizio polizia ferroviaria –un obiettivo che cerchiamo di raggiungere con una intensa attività di educazione nelle scuole. Train…to be cool si inserisce perfettamente in questa logica di dialogo con i ragazzi».
La presenza dei poliziotti nelle stazioni e sui treni li porta inevitabilmente a essere vicini, oltre che ai viaggiatori, anche al mondo che ruota attorno alle stazioni spesso costituito da persone senza fissa dimora, o minori fuggiti dalle loro famiglie: insomma, le persone più problematiche della nostra società.
Ma andare nelle scuole per i polizziotti è importante anche per conoscere più da vicino il mondo dei ragazzi: sfide mortali, bravate, che in alcuni casi finiscono in tragedia, sono spesso riprese con i cellulari e poi fatte circolare sul Web. Così come l’abitudine di attraversare i binari ascoltando musica con le cuffiette, stare al cellulare o lanciare oggetti dai finestrini. «In aula avvertiamo i ragazzi del rischio di alcuni comportamenti –osserva Del Maffeo –. Indossare gli auricolari impedisce di sentire l’arrivo di un treno che per fermarsi ha bisogno di alcuni chilometri, così come aprire la porta del treno ancora in movimento è altamente rischioso. Quello che cerchiamo