Franco Gabrielli*

I 110 giri della ruota alata

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Quest’anno, dopo aver celebrato il 70° anniversario della fondazione della Polizia Stradale, la Polizia di Stato festeggia un altro significativo momento della propria storia: la Polizia Ferroviaria compie 110 anni. La ricorrenza costituisce un’occasione preziosa per far conoscere una Specialità poco nota, una sorta di “diamante allo stato grezzo”, che da sempre interpreta il proprio ruolo con grande professionalità, innata umanità e nello spirito della prossimità.
Fin dalla nascita la Polizia Ferroviaria è stata  “in mezzo alla gente”. Lo è stata mentre la ferrovia si sviluppava e, con essa, cresceva il nostro Paese. Lo è stata quando negli Anni ’50 intere generazioni si sono spostate dal Meridione al Nord in cerca di occupazione e di un futuro migliore. Lo è stata negli “anni di piombo” che non hanno risparmiato l’ambito ferroviario, mietendo vittime sia in stazione che nei treni. Sono tragicamente molti i poliziotti della Specialità che hanno perso la vita nell’adempimento del dovere. Da Emanuele Petri, che maggiormente l’opinione pubblica conosce e il cui sacrificio ha consentito di stroncare la rinascita delle nuove Brigate Rosse, a operatori meno noti ma che hanno pagato il prezzo più alto nel tentativo di salvare un collega o di sventare una rapina o durante la “normale” attività d’istituto.  
Tante le “storie” che compongono la “storia” della più antica delle Specialità della Polizia di Stato. Storie che potremmo definire di “straordinaria quotidianità”, nate dal contatto costante e profondo con il territorio. Mi piace pensare alla Polizia Ferroviaria come ad una delle più “anziane” componenti della nostra famiglia, dotata al contempo di uno spirito giovanile e smart. Come pochi, infatti, ha saputo mettersi in discussione e reinventarsi con un profondo processo di rinnovamento culturale. Forte dei valori e nel solco delle tradizioni della nostra Istituzione, la Polizia Ferroviaria oggi guarda avanti, consapevole di esercitare un ruolo fondamentale in un settore strategico della mobilità e della vita stessa del Paese. 
E allora, per rievocare l’immagine iniziale, come il diamante assorbe la luce e la restituisce in modo poliedrico e amplificato con le sue tante facce, così la Polizia di Stato declina la propria professionalità in una molteplicità di espressioni, offrendo però ai cittadini un unico volto: quello rassicurante di chi indossa la divisa.

*capo della Polizia - Direttore generale della pubblica sicurezza

05/06/2017