Roberto Donini

Uno scatto storico

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La copertina del giugno 1953 di Poliziamoderna è una vera e propria opera d’arte: per la sua rarità, non essendoci altri documenti fotografici di quel momento decisivo del Giro, e per la perfezione formale

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Il 36° Giro d’Italia
Nel 1953 l’Italia sta per uscire dalla depressione del dopoguerra, anche se all’avvio del “miracolo economico” mancano ancora un paio di anni. Nel frattempo, nei 15 anni precedenti, la passione popolare è stata animata e divisa dal grande duello tra Coppi e Bartali. Il 12 maggio il Giro parte da Milano, dove tornerà dopo 21 tappe e 4.035 km. Il campo dei contendenti è nobilissimo con il veloce Fiorenzo Magni e con l’anziano (39 anni) Gino Bartali con un palmarès di 3 Giri e 2 Tour. Presto, però, si capirà che la lotta è ristretta al “Campionissimo” Fausto Coppi, anche lui maturo (34 anni) e già vincitore di 4 Giri e 2 Tour e al lo svizzero Hugo Koblet, primo vincitore straniero, nel 1950, del Giro. Già, alla VIII tappa, la cronometro di Follonica, Koblet conquista la maglia rosa, poi tutti aspettano l’attacco di Coppi che non arriva. Anzi: proprio la XIX giornata, il “tappone dolomitico”, pare spegnere le speranze con la vittoria di Coppi, che però arriva stremato insieme all’avversario.

Il campo dell’ultima battaglia
Non è lunga la ventesima tappa (125 km da Bolzano a Bormio), ma occorre superare un gigante mai scalato: il Passo dello Stelvio a 2.

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12/05/2017