Roberto Donini

Un nuovo inizio

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La festa abbraccia le scolaresche delle zone del sisma e di Nettuno

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La festa può rendere più felice chi ha più sofferto e riaccendere la speranza, “perché domani sia migliore”. L’11 aprile, la festa della Polizia ha accolto una delegazione di ragazzi delle zone del sisma dell’estate e dell’autunno 2016. Ospiti speciali, invitati al concerto della Banda del Corpo, con lo straordinario cameo di Claudio Baglioni in occasione dell’attribuzione alla Polizia di Stato della medaglia d’oro al Valor Civile proprio per il soccorso prestato dopo il terremoto. Sono arrivati gli studenti di alcune scuole medie sia dagli epicentri montani della calamità, come anche da Nettuno dove si è vissuto un dramma particolare. Ludovica e Leonardo, mentre erano in vacanza a Amatrice, paese d’origine della mamma, l’assistente capo Giovanna Gagliardi, sono morti sotto le macerie insieme al padre Ezio Tulli anche lui poliziotto. Vivevano a Nettuno e frequentavano la scuola media del IV istituto comprensivo. I loro compagni rimasti colpiti dal lutto sono i primi ad animare la terrazza del Pincio, intenti a preparare uno spettacolo teatrale: Vista al museo con delitto. Scritto e narratao da Stefano Delfino, sostituto direttore tecnico presso la direzione centrale della polizia scientifica, dice di aver “ trovato dei ragazzi incuriositi e capaci”. Sono le 11, ecco, ora tocca a loro. La commedia si avvia con due scolaresche una di “scalmanati” e una di “secchioni” in visita ad  una pinacoteca, avviene il furto di una “collana”. Sul posto arrivano piccole “tute bianche”, giovani “tecnici della scientifica” che con rigore effettuano i diversi tipi di rilievo degli indizi mentre prendono in giro il narratore per la goffaggine sulla scena del crimine. La trama sta per giungere al suo epilogo, rivelando un imprevisto colpevole, quando alla festa arrivano i ragazzi da Norcia, da Cascia e da Monteleone di Spoleto. Sono ancora stralunati dal viaggio ma subito colpiti dalla grandiosa visione della città e dall’azione dei loro colleghi teatranti. Carlo Alberto, occhi furbi, è il più spavaldo, ci parla della perdita del panificio a Norcia “ma babbo ha ripreso a panificare qualcosa e tra un po’ dovremmo avere una sistemazione migliore”. Di lui e un’altra quarantina di ragazzi, dell’istituto onnicomprensivo di Norcia Alcide De Gasperi, ci racconta la professoressa Monia Matarazzi «hanno avuto il trauma emotivo dei primi giorni ma poi il disagio si è prolungato con le difficolta per i doppi turni. Ora, però dovrebbero arrivare gli ultimi moduli e comunque i ragazzi paiono maturati e contenti di accogliere chi di loro sta tornando. Siamo arrivati a quasi 800 studenti». 

Poco dopo mezzogiorno arriva Claudio Baglioni e, passando, saluta i ragazzi seduti sui gradini bassi delle tribune, proprio vicino la Banda, che attacca due vivaci medley dedicati a Gershwin e ai Beatles, che esaltano la qualità “unica” dei suoi ottoni. Poi, a quegli strumenti si unisce la voce potente del cantautore con Avrai e tutto il pubblico in coro “Avrai Avrai Avrai / il tuo tempo per andar lontano/ camminerai dimenticando/ ti fermerai sognando”. Quindi, rivolge a tutti quei ragazzi, quasi a riprendere i suoi versi, «Sono molto legato a quei luoghi e contento abbiate invitato loro, in questa bella giornata di festa. Potrei dire molte parole ma sono i fatti che contano, per questo la nostra attenzione non terminerà presto. Sono situazioni complesse, ci vorranno tanti anni, ma saranno loro, se non andranno via da quelle zone, se manterranno il punto, se  sentiranno la forza delle loro radici, a poter spiccare, con le ali, un nuovo volo, quanto prima”. Ascoltiamo l’esibizione seduti insieme a una quindicina di ragazzi di Cascia e Monteleone di Spoleto, all’inizio un po’ timidi poi sempre più coinvolti dalla musica. «Abbiamo subito molti spostamenti di sede e sofferto in questo trambusto» ci dice Fabrizio e Maria Flora Ercoli, insegnante di religione «ma c’è stata davvero tanta solidarietà e aiuto concreto; la polizia e le altre forze di soccorso, non ci hanno mai lasciato soli». Di quelli di Monteleone, invece, il giovane docente Umberto Vedovati, quasi a voler confortare la speranza di Baglioni dice «sono attaccati alla loro terra in maniera incredibile, strano anche per me che sono umbro ma non di quella montagna. Una gita così è un’apertura importante». Dopo aver cantato in coro l’inno di Mameli le scolaresche umbre hanno pranzato presso la scuola superiore di polizia. Il direttore Giuseppe Scandone li ha salutati commentando la spettacolare esercitazione antiterroristica svoltasi nel cortile e seguita con grande interesse dai ragazzi: «Cerchiamo di neutralizzare senza uccidere» ha evidenziato il direttore, «l’azione deriva dall’addestramento a dissuadere con fermezza ma rimanendo nella legalità». «Una lezione di educazione civica, che resterà impressa più di tante parole, in una festa bellissima, di alto livello, un’opportunità offerta a molti che non possono vedere la bellezza di Roma e sentire buona musica. Grazie!» è l’affettuoso saluto della vicepreside di Norcia Roberta Amatucci. L’ultimo pensiero è ancora per Leonardo: al Pincio, un ragazzo di Nettuno, avvicinandoci, ci aveva invece salutato dicendo «Chissà quanto sarebbe stato contento di star qui, sulla terrazza, lui che amava tanto L’infinito di Leopardi e lo aveva adattato alla vista dalla sua finestra di Amatrice».

12/05/2017