Luca Scognamillo
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Rafforzare la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo, questa la nuova intesa tra il capo della Polizia e il suo omologo belga
Il Belgio per la sua posizione geografica, posta al centro dell’Europa, e per l’importante scalo portuale di Anversa ha, da sempre, costituito uno snodo strategico per gli scambi economici.
Per questa sue caratteristiche e per le opportunità occupazionali offerte è stata, specie dai primi dell’800, meta privilegiata di consistenti flussi migratori, in particolare di cittadini italiani che, nel corso degli anni, hanno costruito una consistente comunità in territorio belga. Purtroppo accanto ad una laboriosa collettività di lavoratori ed imprenditori italiani si sono insediati anche esponenti della criminalità organizzata nostrana che hanno trovato in territorio belga opportunità di investimenti di profitti illeciti, come documentato nell’ambito di importanti operazioni di polizia, che hanno evidenziato l’inserimento di esponenti della ‘ndrangheta ionico-reggina nei settori economici ed imprenditoriali del Paese.
In base alle risultanze investigative scaturite nell’ambito di importanti operazioni condotte a partire dalla prima metà del 2000 è emerso che le cosche calabresi hanno reinvestito decine di milioni di euro, proventi del narcotraffico, nel settore immobiliare, in particolare, nella capitale belga.
Le molteplici attività investigative hanno fatto emergere, inoltre, la propensione delle consorterie calabresi ad insediare contesti criminali in particolari aree del territorio belga, come le province di Mons-Charleroi, presso il confine francese e Liegi-Limburg, al confine olandese, dove spesso hanno trovato rifugio soggetti ricercati dall’Italia.
Tali elementi hanno contribuito a sviluppare concreti rapporti di collaborazione tra le forze di polizia belga ed italiana che, dai primi Anni 90, si sono ulteriormente incrementati in connessione ai fenomeni di terrorismo in