a cura di Mauro Valeri

In nome della legge

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- Cassazione penale -

In genere – Sentenza di condanna – Reato abrogato – Trasformazione in illecito civile – Giudice dell’impugnazione – Revoca delle statuizioni sugli interessi civili

In caso di sentenza di condanna relativa a un reato successivamente abrogato e qualificato come illecito civile ai sensi del dlgs 15 gennaio 2016, n. 7, il giudice dell’ impugnazione, nel dichiarare che il fatto non è più previsto dalla legge come reato, deve revocare anche i capi della sentenza che concernono gli interessi civili (nella stessa pronuncia le Sezioni unite hanno affermato, sul tema, altresì, che, in caso di sentenza di condanna o decreto irrevocabili, il giudice dell’ esecuzione, revoca, con la stessa formula, il provvedimento, lasciando ferme le disposizioni e i capi che concernono gli interessi civili).

(Sez. Unite – 29 settembre 2016 n. 46688)


Estinzione (cause di) – In genere – Sospensione con messa alla prova – Reati per cui è consentita la “messa alla prova” – Pena edittale massima – Individuazione – Circostanze aggravanti – Rilevanza – Esclusione

Risolvendo un contrasto interpretativo insorto sulla rilevanza delle circostanze aggravanti per le quali la legge prevede una pena di specie diversa da quella edittale e di quelle ad effetto speciale nella determinazione del limite edittale previsto dall’art. 168 bis, comma 1, cod. pen., le Sezioni Unite hanno affermato che “Ai fini dell’individuazione dei reati ai quali è astrattamente applicabile la disciplina dell’istituto della sospensione con messa alla prova, il richiamo contenuto all’art. 168 bis cod. pen. alla pena edittale detentiva non superiore nel massimo a quattro anni va riferito alla pena massima prevista per la fattispecie-base, non assumendo a tal fine alcun rilievo le circostanze aggravanti, comprese le circostanze ad effetto speciale e quelle per cui la legge stabilisce una pena di specie diversa da quella ordinaria del reato”.

(Sez. Unite – 31 marzo 2016 n. 36272)


Istituti di prevenzione e di pena (Ordinamento penitenziario) – Divieto di trattamenti inumani o degradanti – Interpretazione della Corte EDU – Spazio individuale minimo intramurario – Modalità di computo – Area occupata dal letto – Rilevanza 

La Corte di cassazione ha affermato che ai fini della determinazione dello spazio individuale minimo intramurario, pari o superiore a tre metri quadrati da assicurare a ogni detenuto affinché lo Stato non incorra nella violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti, stabilito dall’art. 3 della Convenzione dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, così come interpretato dalla conforme giurisprudenza della Corte EDU in data 8 gennaio 2013 nel caso Torreggiani c. Italia, dalla superficie lorda della cella devono essere detratte l’area destinata ai servizi igienici e quella occupata da strutture tendenzialmente fisse, tra cui il letto, mentre non rilevano gli altri arredi facilmente amovibili.

(Sez. I – 9 settembre 2016 n. 52819)


Atti processuali – Imputato straniero autorizzato ad allontanarsi dall’aula di udienza prima della lettura della sentenza – Rinuncia implicita alla traduzione della sentenza – Sussistenza 

L’ imputato straniero autorizzato ad allontanarsi dall’aula di udienza prima della lettura della sentenza, di fatto rinuncia sia alla traduzione dell’atto al momento della lettura, a cui avrebbe diritto qualora non si allontani, sia alla traduzione scritta della sentenza, alla quale avrebbe diritto nel caso in cui non sia mai stato presente in giudizio e ne abbia fatto esplicita richiesta.

(Sez. II – 13 settembre 2016 n. 53609)


Sport – Manifestazioni sportive – Art. 6, comma 2, l. n. 401 del 1989 – Obbligo di presentazione ad un ufficio o comando di polizia – Richiesta di revoca o modifica del provvedimento – Competenza del gip già investito della convalida – Sussistenza  

In tema di violenza negli stadi, la Terza Sezione ha affermato che competente a decidere sulla richiesta di revoca o di modifica del provvedimento impositivo dell’obbligo, previsto dall’art. 6 comma 2, L. n. 401 del 1989, di comparire ad un ufficio o comando di polizia in coincidenza di manifestazioni sportive, è il giudice per le indagini preliminari già investito della convalida del provvedimento medesimo.

(Sez. III – 8 aprile 2016 n. 24819)


Delitti – Truffa – Elemento oggettivo – Vendite “on line” – Circostanza aggravante prevista dall’art. 640, comma 2, n. 2 bis cod. pen. – Minorata difesa – Configurabilità  

In relazione al reato di truffa commesso attraverso vendite “on line”, è configurabile la circostanza aggravante della cosiddetta minorata difesa, prevista dall’art. 61 n. 5 cod. pen., richiamata dall’art. 640, comma 2, n. 2 bis, cod. pen.

(Sez. II – 29 settembre 2016 n. 43705)


Lavoro subordinato – Statuto dei lavoratori – Impianti audiovisivi – Installazione con possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori – Reato di cui agli artt. 4 e 38 della legge n. 300 del 1970 e 114 e 171 del dlgs 14 settembre 2015, n. 151 – Continuità normativa – Sussistenza  

In tema di divieto di uso di impianti audiovisivi e di altri strumenti dai quali derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori, sussiste continuità di tipo di illecito tra la previgente fattispecie, prevista dagli artt. 4 e 38, comma 1, l. 20 maggio 1970 n. 300 (cosiddetto Statuto dei lavoratori) e 114 e 171 del dlgs. n. 196 del 2003, e quella attuale rimodulata dall’art. 23, dlgs. 14 settembre 2015, n. 151 (attuativo di una delle deleghe contenute nel cosiddetto Jobs Act), avendo la normativa sopravvenuta mantenuto integra la disciplina sanzionatoria per la quale la violazione dell’art. 4, cit. è penalmente sanzionata ai sensi

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03/02/2017