Ida Bonagura* - Silvia La Selva** - Sandro Luzi**

Le nuove frontiere della psicologia di polizia

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Psicologia per le squadre rimpatri

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Introduzione
Questi sono gli anni in cui abbiamo visto le nostre spiagge diventare il teatro tragico e funesto dove si è consumato il destino dei migranti in fuga dai Paesi del Medio Oriente e dell’Africa. Migliaia di corpi restituiti dal mare sono rimasti nei nostri occhi come un orrore che abbiamo consumato nel confine concettuale di una “catastrofe umanitaria”, in territori lontani dalla nostra cultura e conoscenza comune. Intanto, gli attacchi terroristici occorsi in Europa sono caduti come fulmini deflagranti dentro le nostre consuetudini, esponendole al pericolo concreto di un’emergenza che insidia drammaticamente il nostro quotidiano.

Da una parte le voci disperate dei profughi, dall’altra quella dei jihadisti che lanciano appelli a colpire “ovunque e in qualsiasi modo”. Questi sono gli anni in cui il binomio di “libertà e sicurezza” che ha attraversato in questi ultimi decenni la nostra cultura sociale sembra disperdersi sotto l’onda lunga di un terrorismo psicologico che imprigiona dentro le mura della paura le nostre certezze europeiste di globalizzazione e integrazione. 

Le stragi, come un boomerang, hanno impoverito la percezione comune di integrazione e sicurezza e minato nell’immaginario collettivo il concetto di crisi umanitaria. Nella comprensione comune oggi si sta insinuando una zona grigia di rischio diffuso che, attraverso un pericoloso quanto inappropriato binomio di rappresentazione causale, lega il fenomeno del terrorismo a quello dei flussi migratori. In questo scenario di complesso allarme sociale, gli organismi di intelligence, come le forze di polizia, sono in massima allerta e operano per una rivisitazione delle disposizioni degli apparati interni e delle strategie in essere. Una delle conseguenze più immediate è la richiesta di alta specializzazione rivolta agli operatori di polizia per disporre di personale altamente qualificato allo scopo di far fronte efficacemente alle nuove problematiche legate alla gestione della sicurezza rispetto a tali fenomeni. A tal fine, sono state introdotte nuove figure professionali e si stanno impegnando molte risorse nella formazione specialistica.

Il Centro psicotecnico, sensibile alle richieste contingenti e istituzionalmente preposto anche alla selezione del personale di polizia per l’avvio ai corsi di specializzazione, ha intrapreso una serie di attività di studio e ricerca per la verifica delle nuove competenze professionali degli operatori impegnati sul territorio e sta approntando e sperimentando sul campo nuove procedure per l’aggiornamento dei profili attitudinali. Parliamo in modo particolare delle Unità operative di pronto intervento – Uopi, del Nocs, dei tiratori scelti, degli operatori impegnati nelle attività interforze sottocopertura, dei cinofili antiesplosivo, degli artificieri e degli operatori addetti ai servizi di scorta per i rimpatri; tutti soggetti che, sotto la pressione degli incombenti rischi sociali che minano la sicurezza, hanno dovuto rimodulare e rinforzare le proprie competenze personali e professionali, per rispondere in modo adeguato alle richieste di allarme. Con gli strumenti propri della ricerca psicologica, abbiamo rintracciato il significato strategico/operativo/funzionale del lavoro di specialità nel contesto attuale, considerati anche i flussi di comunicazione e i collegamenti gerarchici in ogni direzione. L’obiettivo è quello di operare con nuove procedure selettive e formative, attagliate ad un profilo – o “person specification” – estremamente aderente alle esigenze di adeguatezza e abilità previste per chi lavora nelle specialità e specializzazioni di polizia. Nell’ambito di queste attività di riorganizzazione e ricerca per la selezione, è stato appena concluso uno studio di analisi per l’aggiornamento dei profili degli operatori di scorta nei servizi di rimpatrio alle frontiere.

1. I luoghi psichici degli operatori di scorta per i rimpatri
La crisi dei migranti sta diventando, oltre che un nodo politico, un fenomeno strutturale e il controllo delle frontiere e dei sistemi di sicurezza per la gestione dei migranti, così come la gestione dei rimpatri, sono uno dei principali settori di intervento specialistico in cui sono coinvolte le forze di polizia. Il fenomeno ha assunto dimensioni tali da rendere necessaria una riorganizzazione dei sistemi di accoglienza e di espulsione dei cittadini stranieri che approdano sulle coste del nostro territorio e i termini di tale riorganizzazione riguardano la necessità di implementare e razionalizzare i compiti di gestione della sicurezza legati ai servizi di rimpatrio.

In particolare, sta crescendo il numero delle richieste d’asilo e quindi cresce la necessità di disporre di personale di polizia preparato nei servizi di scorta per i viaggi di rimpatrio degli stranieri che non hanno diritto giuridico di restare in Italia.

Quando si parla di selezione del personale, tipicamente si pensa a quel processo attuato dalla funzione risorse umane, finalizzato all’inserimento di un individuo a copertura di una determinata posizione lavorativa. Nella concretezza dei fatti, il processo di selezione in polizia si presenta, oggi, come qualcosa di molto più complesso. Le attività operative sono realtà dinamiche e l’imperativo è trasformarsi continuamente; questa cultura del continuo divenire, implica, anche in sede di selezione, che i candidati ricercati non debbano possedere solo le caratteristiche s

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11/01/2017