Daniele Rocchi* e don Jozef Gercak**
Sotto il segno di San Benedetto
«Una ferita sanguinante». Così l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e segretario della Conferenza episcopale umbra (Ceu), monsignor Renato Boccardo, racconta la violenta scossa sismica di domenica 30 ottobre, alle 7,41, con epicentro nella dorsale appenninica tra le province di Macerata e Perugia, che ha nuovamente gettato nel panico migliaia di persone e ha distrutto irreparabilmente significativi edifici storici di culto e numerose abitazioni private. Anche Norcia è una città in ginocchio: è crollata la cattedrale di Santa Maria e la basilica di San Benedetto.
«La gente è stremata, fragile psicologicamente, stressata da oltre due mesi di scosse», spiega monsignor Boccardo che ha raggiunto subito Norcia e gli altri centri abitati dell’Arcidiocesi. Amaro il suo commento: «solo cumuli di macerie». «La paura e l’insicurezza ora sono cresciute ulteriormente. La popolazione è ferita nel fisico e nel morale. Qualcuno mi diceva che “non vale la pena ricominciare”. Ma non dobbiamo cedere allo sconforto. Accanto a questo c’è il dolore per le tante chiese distrutte e lesionate. Esse sono un patrimonio artistico ma soprattutto di fede. La gente del posto ha in esse la propria identit