Vanni Raineri*

Note di violino

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Polizia di prossimità e coinvolgimento dei cittadini, questa la ricetta per la sicurezza di Cremona

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È con la nebbia tipica della Bassa padana che Cremona dona al turista le suggestioni più forti. Quando la coltre fitta ti svela una ad una le piccole botteghe dei liutai del centro storico, attorno alla splendida piazza che ospita gioielli architettonici in serie, dal Torrazzo alla Cattedrale, al palazzo del Comune, alla Loggia dei militi al Battistero. Dalle botteghe dei costruttori di violini escono note che ti accompagnano, nebbia o non nebbia. Il violino è l’emblema della città che diede i natali a Stradivari, ad Amati, a Guarneri e che ospita ancor oggi uno stuolo di costruttori di strumenti a corde che vengono da ogni parte del mondo per studiare nella prestigiosa scuola di liuteria internazionale e poi spesso rimangono in città. Negli ultimi anni, un tale legame ha trovato nuovo vigore grazie anche alla realizzazione dell’avveniristico Museo del violino e ai monumenti dedicati allo strumento spuntati come funghi nelle piazze cittadine.

Gianni Brera, che a dare il nome alle cose era un maestro, non a caso quando Gianluca Vialli divenne celebre coniò per lui il nome “Stradivialli”. Calciatori celebri come Vialli e Cabrini, attori come Tognazzi, cantanti come Mina, tutti cresciuti nella morbida nebbia, figli che Cremona ha poi consegnato al mondo. Oggi è dal mondo che la gente arriva a Cremona, non solo i turisti per assaggiare le leccornie tipiche come mostarda e torrone, ma soprattutto per disperazione. E tra tanta gente che bussa chiedendo di alleviare le proprie pene, non possono mancare i malintenzionati, attratti dalla ricchezza discreta che in questo territorio ha potuto resistere alla crisi. È solo uno dei tanti fronti su cui è impegnata la Polizia di Stato coordinata dal questore, che da poco più di un anno è Gaetano Bonaccorso. 

Nel libro Dei delitti e delle pene, Cesare Beccaria, il grande illuminista lombardo, scrisse: “Il più sicuro ma più difficil mezzo di prevenire i delitti si è di perfezionare l’educazione”. Non a caso Beccaria ha dato il nome a un noto carcere minorile milanese. E del fatto che la prevenzione sia il modo principale e più efficace per limitare i delitti è ben conscio anche Bonaccorso, che ne fa una via d’azione privilegiata. I dati dell’ultimo anno sono molto positivi: calo dei reati del 15%, in particolare del 22% per i reati alla persona, a fronte del numero invariato di arresti e dell’aumento del 35% dei fogli di via obbligatori. Tutti gli altri indicatori sono positivi, ma fermiamoci qui, anche perché il questore non snocciola cifre, non è nella sua indole. Non sembra tanto una questione di modestia; pare più il pragmatismo che contraddistingue l’uomo d’azione che dedica poco spazio ai risultati già ottenuti.

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23/11/2016