a cura di Cristina Di Lucente

Al servizio di Santa Rosa

CONDIVIDI

pdn 10-16

Viterbo. L’ultimo “modello” si chiama Gloria, ha la forma di una torre illuminata da fiaccole e luci elettriche per un’altezza di oltre trenta metri ed è stata ammirata per il secondo anno il 3 settembre, data memorabile per i viterbesi, perché festa della propria Patrona. 

Quest’anno con la Macchina, diventata dal 2013 patrimonio dell’Unesco, si è voluto celebrare il Giubileo della Misericordia, allungando il tragitto di 700 metri. 

Una tradizione particolarmente sentita dai viterbesi che affollano le vie del centro, per vedere il baldacchino innalzare sui tetti del capoluogo della Tuscia la statua di Santa Rosa e per incitare i facchini che la portano a spalla, cercando di condividere in qualche modo la loro fatica. Di fatto sono anche loro i protagonisti della festa, un centinaio di uomini che hanno superato una prova fisica per poter indossare quella divisa bianca con la cinta rossa, e tra loro ci sono anche due poliziotti, Ercole Rempicci e Stefano Patara, in servizio alla Squadra mobile della questura e alla Stradale. Ma non è questo l’unico “contributo” che la Polizia di Stato fornisce alla festa più amata dell’anno: la corretta riuscita di un evento come questo dipende molto anche dall’efficacia delle misure di sicurezza messe in atto dalla questura guidata da Lorenzo Suraci. 

Il grande afflusso di persone e il momento storico particolare ha richiesto l’applicazione di misure ad hoc, sia prima della manifestazione (bonifica del percorso e controllo delle vie fognarie) che durante il suo svolgimento, dai varchi d’accesso controllati da operatori muniti di metal detector  a uomini che hanno scortato la Macchina felici di essere “al servizio” della loro Patrona.  

 

Intrigo sotto il sole
Un paesaggio di campagna fuori dal tempo, un’immagine che sembra rubata a un quadro del pittore siciliano Francesco Lojacono o a un film di Giuseppe Tornatore. Sotto a un cielo azzurrissimo, tra il folto del grano dorato, c’è una piccola abitazione, nascosta, un casale di pietra che non dovrebbe esistere, che nessuno ha mai visto e di cui nessuno sa nulla, eppure è lì. All’interno della casa, umile all’apparenza, si nasconde un pericoloso latitante, un boss mafioso che ancora non sa di essere circondato dalla polizia. 

Inizia così la nuova serie Tv prodotta da Rai fiction e da Rodeo Drive dal titolo Catturandi - Nel nome del padre, diretta da Fabrizio Costa con protagonisti Massimo Ghini, Anita Caprioli, Alessio Boni e Leo Gullotta, in onda dal 12 settembre sulla prima rete nazionale. La fiction, realizzata con la collaborazione della Polizia di Stato, si ispira alla cronaca e all’attualità e cerca di rappresentare gli aspetti inediti della lotta delle istituzioni contro la mafia, mettendo in evidenza lo spirito di sacrificio e l’attività peculiare degli appartenenti al gruppo di élite della Catturandi di Palermo, che ha ispirato le vicende di fantasia raccontate con lo strumento de

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

27/09/2016