don Osvaldo Castiglione*

L’arcangelo, la montagna e il pellegrino

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spirito 10-16

Con vista sul Tavoliere delle Puglie e sul golfo di Manfredonia, Monte Sant’Angelo appare il centro più elevato del Gargano, situato in posizione panoramica sullo sperone meridionale del promontorio. Qui, realizzato tra i secoli V e VI, sorge il santuario di San Michele Arcangelo,  pregevole testimonianza artistica. Il Liber de apparitione Santi Micaelis in Monte Gargano, dell’VIII secolo, ricostruisce in maniera precisa e suggestiva i fatti miracolosi che diedero origine al culto dell’Arcangelo Michele sul Gargano, in Puglia.

Si tramanda che un ricco possidente del posto perse uno dei suoi tori e lo ritrovò dopo diversi giorni, sulla cima del monte, dinanzi ad una caverna a lui inaccessibile e, “mosso dall’ira perché il toro pascolava da solo, prese l’arco, cercò di colpirlo con una freccia avvelenata. Questa, ritorta dal soffio del vento, colpì lo stesso che l’aveva lanciata”. Scosso dall’evento si recò dal vescovo, il quale gli ordinò tre giorni di preghiera e di digiuno. Al terzo giorno, l’ 8 maggio 490, l’Arcangelo apparve a San Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, dicendo: «Io sono l’Arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra. Poiché ho deciso di proteggere sulla terra questo posto e i suoi abitanti, sono di questo luogo, e di tutto ciò che avviene, patrono e custode.

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27/09/2016