Anacleto Flori

Storia di un Numero 1

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Mito e leggenda dello sport italiano, Dino Zoff ha segnato un’epoca calcistica con il suo stile essenziale, in campo e fuori

intervista 10-16

Spericolato, esibizionista, sempre pronto a stupire la platea dei tifosi con spettacolari voli d’angelo per bloccare il più innocuo dei tiri in porta. A questa immagine un po’ stereotipata del portiere, a noi piace contrapporne un‘altra, quella di un portiere invalicabile e roccioso come la terra friulana da cui viene, ma soprattutto essenziale. Essenziale come le sue parate, che non concedevano nulla allo spettacolo ma neppure ai suoi avversari, essenziale come il numero 1 che indossava sulla maglia o come il suo nome, Dinozoff, pronunciato tutto d’un fiato. Mito, icona, leggenda del calcio italiano, ma soprattutto esempio di serietà e sportività. Poliziamoderna lo ha incontrato a Roma, al Centro sportivo della Polizia di Stato di Tor di Quinto dove, circondato da un nugolo di calciatori in erba, ha dato il calcio di inizio alle finali del torneo Summer Games

Un paio di anni fa è uscita la sua autobiografia in cui si raccontava a 360° come atleta, ma soprattutto come uomo. Un bel passo avanti per una persona considerata introversa.
In effetti Dura solo un attimo la gloria è un libro che mi sta particolarmente a cuore, che sento particolarmente mio rispetto ad altri che sono stati pubblicati in passato, perché in quelle pagine non si parla solo di partite vinte o perse, ma c’è tanto di me e della mia vita. 

Come è nata l’idea del libro? 
Proprio perché tutti dicevano che ero uno di poche parole, che non raccontava mai nulla di sé. In più ho una nuora giornalista che ogni tanto m’invogliava a scrivere un libro tutto mio in cui riannodare le fila della mia storia. Un libro da dedicare ai miei nipotini. Così, da bravo nonno, ho iniziato a raccontare di quando anch’io ero un ragazzino come loro e poi pagina dopo pagina sono andato avanti fino ad arrivare a oggi, che sono un po’ più grandicello… (sorride divertito, ndr). 

Perché questo titolo un po’ pessimista, considerando che ancora oggi lei è un mito dello sport italiano? 
In realtà il titolo del libro può essere un po’ fuorviante, perché quello che intendevo sottolineare era l’i

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27/09/2016