Annalisa Bucchieri

Pax olimpica

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Pace. Era questa la condizione indispensabile perchè si svolgessero i Giochi olimpici nell’antica Grecia, che ne è stata la culla. In quel periodo con “una stretta di mano” (ekekheira) venivano sospesi conflitti interni e guerre esterne, in modo da permettere a tutti gli atleti di partecipare sotto il segno della propria città-stato nel rispetto delle regole e senza spargimenti di sangue. Pace, tregua sacra, che nessuno si azzardava a violare impunemente. Non è purtroppo questo il clima che ci aspetta a Rio 2016.

La trepidazione per la più straordinaria kermesse sportiva del Pianeta va di pari passo alla forte inquietudine per il rischio attentati. Ecco perchè nel primo piano di questo numero Poliziamoderna ‒ oltre ad offrire i profili tecnici degli atleti dei Gruppi sportivi Fiamme oro della Polizia di Stato (38 olimpici e 4 paraolimpici, rispettivamente per 15 e 3 discipline) che portano a Rio le nostre speranze tricolori ‒ ha voluto raccontare la macchina della sicurezza dell’evento. 

Queste ultime settimane sono state funestate da terribili attacchi terroristici nei luoghi più inaspettati. Naturalmente neanche il Brasile, come ha affermato il ministro della Difesa Raul Jungmann, si sente invulnerabile. Perciò si è preparato a ridurre al minimo i rischi schierando 80mila militari a presidiare le aree più calde e ha istituito a Brasilia un Centro di cooperazione internazionale che riunisce i rappresentanti delle polizie dei quasi 200 Paesi invitati alla competizione. 

L’Italia ha ovviamente aderito, rafforzando gli uffici di collegamento già presenti nel territorio brasiliano e mettendo a disposizione gli esperti di antiterrorismo e di ordine pubblico dello Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia del Dipartimento della pubblica sicurezza. E molti occhi vigili dall’Italia sorvaintenderanno allo scambio d’informazioni su individui sospetti o pericolosi criminali grazie alla sala operativa interforze, la Soi,che così efficacemente ha funzionato per l’Expo milanese e sta operando per il Giubileo. 

Tutto ciò che si poteva attivare a livello di prevenzione e di controlli per garantire la sicurezza è stato fatto. Ora però, come dice Papa Francesco, bisogna cercare fortemente la Pace. Non possiamo vivere in un mondo protetto da filo spinato. Nè tantomeno blindare i Giochi olimpici. Abbiamo bisogno di ricreare le condizioni di una tregua sacra come quella istituita dagli antichi ellenici. Un compito molto arduo che spetta alla politica. Forse però possiamo confidare in un’impresa epica dei formidabili atleti che vedremo a Rio 2016. Perchè se la pace rende possibile il grande sport, il grande sport può rendere possibile la pace. 

01/08/2016