Valentina Pistillo

Esserci per nuove sfide

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Le celebrazioni, le autorità e i volti dei poliziotti protagonisti del 164° Anniversario della Fondazione

speciale 7/16

Stessa atmosfera, stessa prospettiva per il 164° Anniversario della Polizia di Stato: la caserma Ferdinando di Savoia, a Roma, storico scenario che ha ospitato anche la festa precedente. La forma a “U” della palazzina sembra rispecchiare l’abbraccio simbolico e l’impegno, con cui le donne e gli uomini in divisa hanno accolto e salvato più di 153mila migranti, tanto da meritare la Medaglia d’oro al merito civile alla Bandiera. 

Alla prima festa cui il prefetto Franco Gabrielli partecipa da capo della Polizia, lo slogan Esserci sempre «ha anche il significato del solenne impegno di tutti noi – commenta Gabrielli – a misurarsi con le nuove sfide, con spirito che non si sottrae al confronto col presente, ma anzi è determinato ad affrontarlo a viso aperto e con la risolutezza che i tempi impongono». Numerose le cariche istituzionali presenti alla cerimonia: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quelli di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, il presidente della Corte costituzionale Paolo Grossi, il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il prefetto Alessandro Pansa che dirige il Dis, il Dipartimento informazione e sicurezza. In queste pagine il fotoracconto dei momenti salienti dell’Anniversario, iniziato il 25 maggio a Roma e proseguito il 26 in tutte le altre questure.


Ore 9:00: nel Sacrario dei Caduti, all’interno della Scuola superiore di via Pier della Francesca, a Roma, dopo la deposizione di una corona d’alloro commemorativa, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il capo della Polizia Franco Gabrielli e altre autorità si sono raccolte nel ricordo dei poliziotti morti in servizio, ognuno dei quali è rappresentato simbolicamente da una piccola lapide con il proprio nome. 

Ore 11:00: alla caserma Ferdinando di Savoia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro dell’Interno e il capo della Polizia hanno ricevuto gli onori militari e passato in rassegna i reparti schierati, soffermandosi davanti alla Bandiera della Polizia di Stato.

Poco prima delle celebrazioni, viene letto il messaggio del capo dello Stato, il quale, apprezzando l’intensa attività di analisi e di investigazione degli operatori di polizia per far fronte alla sfida del terrorismo fondamentalista, ha sottolineato come «questa capillare e difficile opera di prevenzione, in piena sinergia con le altre forze di polizia, grazie anche alla cooperazione internazionale, è stata data ulteriore prova di elevata professionalità».

Nel suo intervento Gabrielli ha spiegato quali sfide la Polizia di Stato in questo momento storico è chiamata ad affrontare: «il ritorno di un terrorismo ancor più feroce e pericoloso del passato, con la sua carica di “ultra-violenza” e la sua dimensione transnazionale; l’insidia della criminalità organizzata, abile a penetrare i circuiti dell’economia legale con strategia silente e quindi più pericolosa; la domanda di sicurezza proveniente da aree urbane meno fortunate, dove degrado e delinquenza rendono difficili le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini». 

Il capo della Polizia ha anche apprezzato le direttive, già impartite dai suoi predecessori e dal ministro Alfano, quelle «per un ulteriore “balzo in avanti” della Polizia di Stato, di fronte ai nuovi volti della minaccia. Le esperienze dell’EXPO e del Giubileo straordinario della Misericordia – ha evidenziato il capo – sono l’espressione più evidente di un modello moderno, efficiente e che sa fare squadra, di prevenzione delle criticità che coinvolge anche le forze armate, l’Intelligence e il dispositivo di Protezione civile». Si è poi soffermato a ribadire il concetto già espresso il giorno del suo insediamento: «Quella del poliziotto – ha detto Gabrielli – è una missione a vocazione civica, dove contano comportamento e contegno, i quali incarnano un baluardo di legalità tale da alimentare serenità negli onesti e ingenerare timore nei criminali».

Subito dopo ha preso la parola il ministro dell’Interno Alfano sottolineando: «Il tempo in cui viviamo è uno tra i più difficili della nostra storia, fatto di grandi cambiamenti, di cambi di paradigma e di grandi ritorni. Viviamo, infatti – spiega il titolare del Viminale – un periodo in cui si stanno verificando il più consistente flusso di profughi e il più grave attacco alla sicurezza del mondo dalla fine della Seconda guerra mondiale. E c’è, anche, un’altra forma d’attacco – ha proseguito –con una bomba che colpisce gli spettatori di un concerto, un giornale satirico, una spiaggia o un aereo. Oggi il paradigma della sicurezza viene capovolto e presuppone coordinamento, scambio di informazioni, reciprocità e grande cooperazione europea e internazionale. Una svolta alla quale tutti dovranno abituarsi, se vorremo un’Italia e un’Europa più sicura».

Nel suo discorso, il ministro ha parlato del Mediterraneo ricordando che è la prosecuzione del lago di Tiberiade. «Il destino del mondo si gioca lì», ha concluso parlando anche del viaggio del capo dello Stato a Lampedusa, “punta Sud dell’Europa”, dove comincia l’Africa. 

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LE MEDAGLIE

Bandiera della Polizia di Stato
Ha inizio la consegna delle onorificenze, con il riconoscimento della Medaglia d’oro alla Bandiera della Polizia di Stato, da parte di Sergio Mattarella, del ministro Alfano e del capo Gabrielli, per i poliziotti che operano nell’ambito della Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere, i quali si sono distinti non solo nelle attività professionali, ma anche per l’umanità e l’altruismo. Inoltre Gabrielli ha rivolto un pensiero «Alle donne e agli uomini caduti per onorare il giuramento di fedeltà alla Patria, a quanti portano impressi nel corpo i segni indelebili dell’adempimento del dovere; alle famiglie che, con non comune dignità, condividono la sofferenza quotidiana». 


Rosario Sanarico
Sulla passerella avanza la figura minuta e il dolore composto della vedova Sanarico, che è arrivata a Roma coi figli Alessio e Annavera, ed ha ricevuto dal presidente della Repubblica la Medaglia d’oro al valor civile, alla memoria di Rosario, detto Sasà, il sommozzatore del Cnes, di origini partenopee, morto a 52 anni mentre era impegnato nella ricerca sott’acqua del corpo di Isabella Noventa, scomparsa nel fiume Brenta, a Padova. «Non posso dimenticare i 32 anni vissuti insieme a Rosario – accenna un abbozzo di sorriso nel volto straziato dal dolore, la signora Antonella – e ringrazio tutti i cittadini di Padova e di La Spezia che sono molto vicini alla nostra famiglia: lo ricordano organizzando serate, tornei e iniziative varie in sua memoria». 


Maurilio Vargiu
È Valerio, il figlio ventiquattrenne di Maurilio Vargiu, il sostituto commissario in servizio alla zona Tlc Sardegna di Cagliari, raggiunto da un colpo di fucile nel tentativo di salvare il cognato dal suicidio, a ricevere la medaglia d’oro in memoria del padre, direttamente dalle mani del capo dello Stato. Giunto dalla Sardegna, con la madre e la sorella Federica, confessa a Poliziamoderna: «Mi auguro di fare il poliziotto come papà, che è stato sempre fiero della divisa che portava. Spero che il suo ricordo e il suo esempio – continua Valerio – possano aiutarmi in una probabile futura carriera. Nostro padre era un uomo generoso e disponibile, sempre pronto a farsi in quattro per gli altri».


Biagio Franco
Trent’anni fa, una vita spezzata nel fiore dei suoi anni segnò per sempre l’esistenza di una giovane donna di 23 anni, la vedova dell’agente delle Volanti Biagio Franco, morto a Novara, il 2 marzo del 1985, a soli 26 anni. «Eravamo poco più che ventenni – racconta tra le lacrime la signora Rosanna – e nel 1982 ci sposammo, tra mille difficoltà, con il rimpianto di non aver avuto neanche un figlio. Il dispiacere più grande, però, fu quello della notte in cui bussarono alla porta una schiera di poliziotti che, senza dirmi nulla, mi accompagnarono in ospedale – continua commossa – Pensai subito a un incidente durante il turno di notte in volante. Una volta giunti lì, però, un ispettore donna mi pregò di seguirla in obitorio per ricevere gli effetti personali. Biagio non c’era più – piange – Mio marito amava la divisa, adorava questo lavoro ed è morto per questo lavoro. Per me è un grande onore ricevere, a distanza di tanti anni, il riconoscimento più alto, alla sua memoria», conclude la vedova. Accompagnata dalla nipote, ha promesso a Poliziamoderna di inviare vecchi scatti fotografici di Biagio in divisa che ha custodito gelosamente in tutti questi anni.


Nicola Barbato e Giuseppe Tuccillo
Il capo dello Stato ha consegnato la medaglia d’oro a Nicola Barbato, il poliziotto della Mobile di Napoli ancora ricoverato al Montecatone rehabilitation institute di Imola. A Roma, appena è sceso dal mezzo attrezzato, assistito da personale sanitario, ha ricevuto il saluto commosso di Gabrielli. Nicola è accompagnato dalla famiglia e dal collega Giuseppe Tuccillo, premiato con la Medaglia d’argento, che era con lui quel giorno infernale. «Ringrazio il questore e tutti i colleghi che mi hanno aiutato e mi sono molto vicini – dichiara Nicola con la voce rotta dalla commozione – Per distrarmi, con loro parlo del lavoro che avevamo iniziato insieme e che stanno portando a termine con successo. Ci teniamo in contatto sul gruppo di Whatsapp che non posso rivelare come si chiama», sorride quando qualcuno gli chiede il nome in codice. Straordinari sono la sua forza di volontà e il suo attaccamento all’uniforme «sto lavorando parecchio per recuperare l’uso delle gambe – conclude Barbato – e per tornare ad indossare la divisa appena possibile».


Calogero Germanà
Con passo deciso e sguardo fiero, il questore Calogero Germanà ha attraversato la passerella per ricevere la Medaglia d’oro al valor civile a coronamento di una prestigiosa e lunga carriera, ricca di meriti e successi professionali. Germanà, ultimo incarico la questura di Piacenza, ha diretto numerosi uffici: «Ero sempre in giro per l’Italia e mia moglie che è insegnante, insieme ai nostri tre figli, mi ha sempre seguito». Anche alla Cerimonia del 164° il questore è arrivato accompagnato dalla moglie e da una figlia, Gaia, stesso sorriso e portamento del padre, che si è laureata al Dams quando il poliziotto era a Bologna a dirigere la Scientifica. Il nome di Germanà è legato anche a quello di Paolo Borsellino: i due lavorarono insieme ad indagini delicate su omicidi di mafia, massoneria, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, scoprendo lo spessore criminale, all’interno di Cosa Nostra, di Matteo Messina Denaro, uno degli esecutori dell’attentato all’investigatore (vedi Poliziamoderna n. 6/2016 pag. 86). 


LE PROMOZIONI

Silvano Vincenzo Battaglia
Con l’operazione “Déjà-vu” è iniziata la loro guerra alla ‘ndrina Giampà, che controlla il Lametino con lo spaccio di droga e il traffico di armi e il racket delle estorsioni. Il sovrintendente Silvano Vincenzo Battaglia ha ricevuto la promozione per merito straordinario dal capo dello Stato, e il giorno dopo, il questore di Catanzaro, Giuseppe Racca, ha promosso anche l’assistente capo Massimiliano Laloè e l’assistente Luca Ciriano che lavorano alla Mobile con Silvano da più di 10 anni. Con “Medusa”, del 2012 e “Perseo”, del 2013, i tre poliziotti, in collaborazione con la Direzione distrettuale antimafia, hanno fatto arrestare ben 69 persone, “decapitando – così recita la motivazione – uno dei gruppi criminali storici responsabile dei reati di omicidio, truffa, danneggiamento ed estorsione”. Ma i tre non sono solo colleghi di lavoro: si parlano con Watthap sul gruppo chiamato Scoa (Sezione criminalità organizzata “A”, cioè quella di Lamezia Terme) dove, oltre alle comunicazioni di ufficio, si sentono per uscire insieme, una volta liberi dal servizio. Silvano, classe ’61, è stato un po’ il maestro per gli altri due ragazzi. È anche padre di Mattia, 31 anni, che fa l’agente finanziario e quando stacca dal lavoro si esercita al poligono di tiro. Luca, il più giovane, si è fatto le ossa alla questura di Napoli, ed è diventato da pochi giorni padre di una splendida bambina, Anna Giulia. Massimiliano, in polizia dal 1996, appena torna a casa dall’ufficio corre dietro a Matteo e Mya, i suoi bimbi di 5 e 3 anni. È anche l’autore delle immagini e delle videoriprese di tutte le operazioni che hanno messo in scacco le ‘ndrine lametine.


Francesco Cappotto e Federico Pereno
«Lavoriamo insieme fianco a fianco, fronte a fronte», commenta scherzosamente così Francesco Cappotto la sua collaborazione con Federico Pereno alla Postale. Entrambi sono stati promossi per merito straordinario dopo aver contribuito alla risoluzione di una importante indagine sulle incursioni di Anonymous. Da dieci anni operano nella stessa squadra del Cnaipic, presso il la Polizia postale e delle comunicazioni. «Gli attacchi sono iniziati nell’estate del 2011. Si trattava di un gruppo di attivisti che avevano cominciato a colpire in modo sistematico siti non solo governativi – spiega Francesco – ma anche strutture private importanti. Dopo le prime denunce abbiamo cominciato le analisi dalle quali si è sviluppata l’indagine di polizia culminata nel 2013 con le perquisizioni e gli arresti dei responsabili. La polizia per me è una vocazione – commenta Federico – un’ istituzione per realizzare i miei ideali di giustizia. La fortuna è stata poter svolgere un lavoro che coniugava anche la mia passione per l’informatica». Nel caso di gruppi attivisti esistono dei ruoli ben definiti – continua Cappotto – c’è chi a livello tecnico ha uno skill elevatissimo e porta avanti gli attacchi. Chi invece ha una visione più di insieme e riesce poi a scrivere comunicati, a coinvolgere gli organi della stampa per dare risalto alle attività che sono state fatte e chi invece si sente forte per la mera appartenenza ad un gruppo». «Molti di loro – conclude Pereno – riescono a reperire su Internet informazioni per gli attacchi sfruttando le debolezze di sistemi informatici che non sono proprio così tenuti al sicuro».


G.S. Fiamme oro
Ultimi a salire sul palco per ricevere dalle mani del capo dello Stato la promozione per merito straordinario, gli atleti delle Fiamme oro. Pochi giorni dopo aver appeso i guantoni al chiodo, arriva il riconoscimento per Roberto Cammarelle che diventa vice sovrintendente grazie alle numerose vittorie collezionate durante una lunga carriera, sia con i colori della Polizia di Stato che con quelli della Nazionale italiana. Anche per Elisa Di Francisca, medaglia d’Oro nel fioretto a squadre ai Campionati mondiali di Mosca del 2015, arriva la promozione ad assistente, così come per Federico Pellegrino. Lo sciatore di fondo cremisi nella stagione 2015/2016 ha conquistato la sfera di cristallo dello “sprint”, riportando per la seconda volta una Coppa del mondo di specialità in Italia. La vittoria nella sciabola a squadre dei Campionati mondiali a Mosca è valsa a Luca Curatoli la promozione ad agente scelto, la stessa di Marco Di Costanzo che dopo vent’anni, con i suoi compagni, ha riportato l’Italia con il “4 senza” sul gradino più alto del podio ai Campionati del mondo di canottaggio del 2015 ad Aiguebelette (Francia). Promosso agente scelto anche Gregorio Paltrinieri grazie al suo fantastico 2015, culminato con la conquista della medaglia d’argento negli 800 metri stile libero e di quella d’oro (prima volta nella storia per un italiano) nei 1.500 ai mondiali di Kazan (Russia), stabilendo in entrambe le gare i nuovi record europei. 

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Continuano le celebrazioni del 164° Anniversario della Polizia di Stato in tutte le questure d’Italia. Ne abbiamo scelte alcune, illustrando gli istanti più significativi.

GENOVA
Festa della polizia nel segno della Resistenza, quella svolta alla Stazione marittima di Genova, alla presenza del questore Vincenzo Montemagno e delle autorità della città. Fra le novità la mostra “In nome della Legge”, allestita in collaborazione con l’Ufficio storico della Polizia di Stato.


VENEZIA
La Polizia di Stato è da sempre “vicina alla gente”. Per questo le celebrazioni per la sua fondazione si sono spostate in una delle zone calde sul fronte della criminalità: il teatro Momo di via Dante e i giardinetti di via Piave, a Mestre.


ISERNIA
Un coro di bambini della scuola primaria “San Giovanni Bosco” di Isernia ha aperto le celebrazioni per la festa, intonando l’Inno nazionale. Subito dopo gli alunni hanno consegnato alcuni disegni al questore Ruggiero Borzacchiello in occasione del suo recentissimo insediamento.


GROSSETO
Dopo la deposizione della corona ai Caduti, la cerimonia si è svolta nell’Auditorium, dove il questore Massimo Zanni ha premiato il personale che si è distinto per meriti di servizio.


MATERA
Nella città dei Sassi, il 164° anniversario si è celebrato nel cortile operativo della questura dove oltre al titolare, Paolo Sirna, era presente il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico.


CATANIA
La cerimonia a Catania si è svolta in piazza Duomo. Il questore Marcello Cardona, per l’occasione, ha indossato la fascia tricolore per sancire il giuramento fatto da ogni poliziotto per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico dei cittadini.

22/06/2016